Abbandonata dalle Istituzioni e dal servizio sanitario, per lei la deputata Brignone chiede al Ministro Lorenzin di prendere provvedimenti
Vincenza Sicari, una splendida carriera da maratoneta alle spalle (ha vinto ben cinque medaglie ed è arrivata ventinovesima all’Olimpiade di Pechino), ha 37 anni e dal 2013 è affetta da una malattia neurodegenerativa ancora sconosciuta, e quindi al momento senza alcuna possibilità di cura.
Proprio sul caso sfortunato della maratoneta lodigiana, nella seduta parlamentare di giovedì 31 marzo 2016, è stata presentata alla Camera l’interrogazione a risposta in Commissione 5-08292 della deputata Beatrice Brignone (Misto-Alternativa Libera possibile).
La malattia di Vincenza ha esordito tre anni fa con affaticamento muscolare, frequenti episodi di febbre, debolezza e una polmonite. Nel giro di poco tempo ha perso la capacità di deambulare, da qui la diagnosi di malattia degenerativa neuromuscolare. Nel frattempo le viene diagnosticato anche un tumore al timo. Attualmente Vincenza è inchiodata ad un letto d’ospedale a Pisa, pesa meno di 40 kg, e non riesce più a muoversi. Eppure di ospedali ne ha girati tanti, senza alcun esito: su Vincenza Sicari sono stati eseguiti infatti diversi accertamenti ma, considerati gli scarsi risultati ottenuti e la mancanza di una diagnosi certa, i sanitari hanno deciso di non intervenire più poiché non in grado di individuare né la malattia né una cura per salvarle la vita. A dicembre, inoltre, è stata ricoverata presso una struttura sanitaria di Roma, una permanenza però breve poiché – come ha raccontato la Sicari poco tempo fa al quotidiano Il Giorno – le è stato detto che i costi per la sua lunga degenza per il servizio sanitario nazionale erano troppo alti, e che quindi, avendo necessità del posto letto, avrebbe dovuto provvedere alla ricerca di un'altra struttura ospedaliera.
Alcuni mesi fa la campionessa ha scritto un appello al Ministro della salute Beatrice Lorenzin, informandola della sua drammatica condizione di salute e ponendo l'accento sul problema della ricerca sulle malattie rare o sconosciute. Il Ministro Lorenzin - a detta della Sicari – le avrebbe risposto di rivolgersi alla direttrice sanitaria della regione Toscana ma finora non si è mosso nulla.
Vincenza quindi ora si sente abbandonata dalle Istituzioni e ha il solo sostengo morale di amici e parenti, oltre che la solidarietà di una piccola parte del mondo sportivo maratoneta che ha promosso diverse competizioni al fine di raccogliere dei fondi che le permettano di raggiungere un centro all'estero in cui possano trattare la sua malattia in modo adeguato. Nemmeno la Fidal (Federazione Italiana di atletica leggera) si è finora interessata alla sua drammatica vicenda, eccetto il Presidente del Coni Malagò, che tempo fa si rese disponibile a garantirle la massima assistenza nell'ambito del ricovero presso la struttura sanitaria di Roma.
A fronte di questa vicenda, si legge quindi nell’interrogazione che “appare irragionevole che una persona malata debba ricorrere a fondi di solidarietà per potersi curare all'estero poiché in Italia, a causa dei costi troppi alti, non è eseguita la ricerca di malattie rarissime che colpiscono anche una sola persona; non appare giusto all'interrogante lasciare che una persona affetta da un male inarrestabile sia abbandonata dalle istituzioni – nella sola attesa che sopraggiunga la morte – poiché il sistema sanitario nazionale non ricorre a tutti gli interventi medici necessari a stabile una diagnosi e una cura del malato”, pertanto “sarebbe opportuno e doveroso acquisire tutte le cartelle cliniche riguardanti la vicenda di Vincenza Sicari per verificare la corretta applicazione d'interventi sanitari effettuati nel corso delle numerose degenza in più ospedali pubblici del Paese di Vincenza Sicari”.
Con l’interrogazione si chiede dunque “se il Ministro sia a conoscenza dell'attuale grave stato di salute della maratoneta italiana Vincenza Sicari e quali iniziative di competenza ritenga di assumere affinché, nel caso in questione e in quelli analoghi che riguardano malattie rare, sia assicurate adeguate prestazioni sanitarie, anche implementando la ricerca in materia.”