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Nessuna buona notizia sul fronte dell'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. L'attesa dei malati rari e delle loro famiglie continuerà a prolungarsi. Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, ha spiegato che il decreto attraverso il quale si dovrebbero potenziare i Lea è ancora bloccato nelle stanze del ministero dell'Economia. Stallo che va avanti nonostante gli obblighi di legge relativi alla loro pubblicazione. Fino a questo momento non sono servite a nulla le sollecitazioni arrivate dal mondo delle associazioni e dalla politica. I tecnici del Mef hanno seri dubbi circa la reale entità delle spese connesse alla pubblicazione dei nuovi Lea. Ennesima puntata di una contrapposizione che va avanti da molto tempo. Qui alcune delle accuse rivolte al governo dai parlamentari M5S e dalla associazione “Luca Coscioni”.

I Lea entrano nelle vite delle persone affette da patologie rare. In ballo ci sono circa 100 esenzioni e l'inserimento di alcune malattie nei nuovi Livelli essenziali. Status che eviterebbe le differenziazioni nei trattamenti e nell'accesso alle diagnosi basate sul luogo di residenza dei pazienti. Le motivazioni portate in Aula dal governo non devono sembrare secondarie o legate alla solite lungaggini concernenti l'emanazione di decreti attuativi. All'orizzonte ci potrebbe infatti essere una manovra correttiva e dovranno iniziare gli studi per capire quali saranno i connotati della prossima legge di Stabilità. Monchiero, replicando alle dichiarazioni di De Filippo, ha spiegato che si potrebbe rendere necessario un “depotenziamento” dei nuovi Lea o un finanziamento più cospicuo da iscrivere nel bilancio dello Stato. Ad ogni modo, dopo la valutazione finanziaria, lo schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri al vaglio del ministero dell'Economia sarà inviato alla Conferenza Stato-regioni e alle competenti commissioni parlamentari.

Pensare che a febbraio il governo aveva parlato di un'emanazione che sarebbe arrivate nel giro di pochi giorni. Così come vi avevamo raccontato qui

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