Alcune amministrazioni, come in Abruzzo e Campania, hanno già dato indicazioni per una migliore assistenza dei pazienti
L’emergenza COVID-19, cui si associano le attuali disposizioni di distanziamento sociale e di isolamento domiciliare, ha messo a dura prova il sistema sanitario italiano, in particolare per quanto riguarda la gestione delle fasce di popolazione più ‘fragili’, comprendenti le persone immunodepresse, con patologie oncologiche o affette da malattie rare. Per questo motivo, alcune Regioni hanno intrapreso nuove iniziative volte a implementare i servizi assistenziali rivolti a tali pazienti e a rimodulare le attività di monitoraggio, presa in carico e supporto degli stessi.
Lo scorso 17 aprile, ad esempio, la Regione Campania ha invitato le Aziende Sanitarie Locali a predisporre, dove non ancora attivo, un protocollo di consegna e/o somministrazione a domicilio di cure farmacologiche e altri prodotti terapeutici. Il protocollo è rivolto alla tutela dei pazienti che necessitano di una terapia farmacologica o di un’attività assistenziale continuativa e suggerisce alle ASL di avvalersi anche, in aggiunta alle modalità di distribuzione domiciliare già presenti sul territorio, dell’aiuto di compagini alternative quali la Protezione Civile, i servizi di volontariato, le farmacie di comunità, le aziende farmaceutiche e le varie ditte di trasporto privato.
Il 20 aprile, invece, è stato il turno dell’Abruzzo, con l’introduzione delle buone pratiche previste dal Documento “Misure urgenti regionali durante l’emergenza Covid-19 – Percorso assistenziale dei pazienti con malattia rara”. La Regione si propone di migliorare i servizi sanitari in termini di uniformità, equità di accesso, responsabilizzazione e definizione dei ruoli di tutti gli attori coinvolti (pazienti, caregiver, medici e operatori sanitari). In particolare, questo si traduce nella realizzazione di consulenze ospedaliere, visite programmate e servizi di monitoraggio clinico in modalità remota (televisita e telesorveglianza). Il ricorso a tali tecnologie non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale né il rapporto medico-paziente, ma permette di limitare la diffusione del contagio da Coronavirus e di tutelare i pazienti.
Inoltre, la stessa Regione Abruzzo ha messo in atto un protocollo di erogazione domiciliare dell’assistenza farmaceutica, intesa non solo come dispensazione di medicinali, ma anche come somministrazione di terapie specialistiche (nutrizione artificiale, terapia antalgica con miscele in fleboclisi, elastomeri, terapia in endovena, ecc.).
Infine, allo scopo di contenere al massimo il diffondersi dell’infezione da SARS-CoV-2 all’interno degli ospedali e proteggere i pazienti con malattie rare, le Aziende Sanitarie abruzzesi effettueranno una riorganizzazione strutturale e funzionale degli spazi ospedalieri, creando percorsi assistenziali “COVID-free” dedicati ai malati rari. Un esempio di ciò saranno gli ambienti dedicati allo screening neonatale esteso e alle visite specialistiche non differibili.
Informazioni più dettagliate sono disponibili sul sito della Regione Abruzzo e su quello della Regione Campania.