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Relazione finale Intergruppo parlamentare sulla cronicità

Dopo un anno di analisi e monitoraggio da parte dell’Intergruppo sulla Cronicità e la redazione di una lista di spunti si attende di capire chi si interesserà alla tematica

Lo scorso 13 settembre è stato presentato il documento conclusivo dell'attività dell'Intergruppo parlamentare sulla Cronicità. Tra gli obiettivi dell’Intergruppo, hanno puntualizzato gli uscenti (entrambi non rieletti nella recente tornata elettorale) Onorevole Nicola Provenza (M5S) e Senatrice Paola Boldrini (PD) nell’introduzione al documento, anche quello di monitorare l’implementazione e l’applicazione del Piano della Cronicità.

Tra i membri dell’Integruppo c’era anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5S), che ha scelto di non ricandidarsi alle ultime elezioni politiche. Ed è proprio dalla mancata rielezione dei partecipanti più attivi – Boldini, Provenza e Sileri – che emerge la preoccupazione che un simile lavoro possa non sopravvivere all’interno della nuova legislatura.

Quella su cui fa luce la Relazione conclusiva rappresenta una fotografia importante della cronicità in Italia, la base per un lavoro di monitoraggio attento e puntuale che possiamo solo sperare che, con il cambio di Governo, qualcuno sia interessato a portare avanti.

I NUMERI DELLA CRONICITÀ

Secondo i dati riportati all’interno della Relazione, le malattie croniche in Europa sono responsabili dell'86% di tutti i decessi e di una spesa di circa 700 miliardi di euro l’anno. In Italia i malati cronici sono circa 22 milioni: 8,8 milioni circa con almeno una patologia cronica grave e 12,7 con due o più malattie croniche. Secondo Osservasalute le proiezioni della cronicità indicano che nel 2028, il numero di malati cronici salirà a 25 milioni, mentre i multi-cronici saranno 14 milioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che oltre l’80% dei costi in sanità è assorbito dalla cronicità che rappresenta, quindi, la grande sfida di tutti i Paesi industrializzati.

La maggior parte delle persone con fragilità (98%) ricevono aiuto per svolgere le funzioni delle attività della vita quotidiana per cui non è autonomo. Tuttavia, questo aiuto è sostenuto per lo più dalle famiglie, dai familiari direttamente (94%), e/o da badanti (21%) ma anche da conoscenti (14%); meno del 3% riceve invece aiuto a domicilio da operatori sociosanitari delle ASL o del Comune, meno dell’1% riceve assistenza da un centro diurno, dalle associazioni di volontariato l’1,5%.

Anche la pandemia ha inciso anche sulla presa in carico delle cronicità, dalle prestazioni per la diagnosi a quelle per la prevenzione e gestione delle complicanze. Il dato più rilevante ad oggi pubblicato è quello contenuto nel Rapporto Annuale 2021 dell’Istat: nel 2020 ridotte di quasi 1/3 le visite controllo e le prime visite volte a impostare il Piano terapeutico.

IL PIANO NAZIONALE DELLA CRONICITÀ 

Il PNC è stato approvato con l’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano del 15 settembre 2016, per soddisfare “l’esigenza di armonizzare a livello nazionale le attività in questo campo, proponendo un documento, condiviso con le Regioni, che, compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche, umane e strutturali, individui un disegno strategico comune inteso a promuovere interventi basati sulla unitarietà di approccio, centrato sulla persona ed orientato su una migliore organizzazione dei servizi e una piena responsabilizzazione di tutti gli attori dell’assistenza”.

Il recepimento del Piano da parte delle Regioni è stato lento ed eterogeneo (per tempistica e tipologia di atto utilizzato). L’ultima Regione ad aver recepito formalmente il PNC è stata la Sardegna, con la Delibera del 31/08/2021.

I Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) sono una delle leve più importanti per la presa in carico delle cronicità previste dal Piano Nazionale della Cronicità. Tuttavia, riporta la Relazione dell’Intergruppo, prendendo come esempio i PDTA della Broncopneumopatie cronico‐ostruttive (BPCO) (anno valutazione 2017) si passa dall’82,7% di pazienti aderenti al trattamento farmacologico del Piemonte, al 21% delle Marche e al 19,5% della Sicilia.

IL LAVORO DELL’INTERGRUPPO

Nato nell’aprile 2021, l’Intergruppo si è posto come obiettivo principale quello di sensibilizzare l’azione di Parlamento e Governo sui temi che interessano il paziente cronico configurandosi come:

Come Intergruppo – illustrano nell’introduzione l’On. Provenza e la Sen. Boldrini – abbiamo immaginato un percorso di attività e di lavoro da fare insieme alle associazioni dei pazienti, ai clinici e alle istituzioni, partendo proprio da un documento molto ben fatto, il Piano nazionale della cronicità (recepito dall’Accordo sancito in sede di Conferenza Stato-Regioni (Rep. atti 160/CSR del 15 settembre 2016) per capire qual è il suo stato di attuazione, quali le criticità e quali i livelli di miglioramento, in modo che ogni controparte possa dire la sua e dare il suo contributo.

Oggi – precisano – abbiamo anche una “risorsa in più”, il cosiddetto PNRR che contiene molti spunti interessanti riguardo il tema della cronicità: potenziamento della rete di assistenza territoriale, sanitaria e sociosanitaria, attraverso lo sviluppo delle Case di comunità, l’assistenza domiciliare integrata (ADI), gli ospedali di comunità, la telemedicina, ecc.

LE RACCOMANDAZIONI PER IL FUTURO

La Relazione dell’Intergruppo si conclude con una lista di “Raccomandazioni per l’equità nelle politiche per la cronicità” che riportiamo di seguito e che, come anticipato, ci auguriamo possano essere accolte anche dalla nuova legislatura:

 

Il testo completo della Relazione conclusiva dell’Intergruppo parlamentare sulla cronicità è disponibile a questo link.

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