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Spinelli (UNIAMO): "No alla abolizione delle esenzioni ticket e la sostituzione di esse con la franchigia per i malati rari"

Appena qualche giorno fa il Ministro Balduzzi ha proposto una modalità per modificare l'attuale sistema di compartecipazione dei cittadini alla sanità pubblica, ovvero i ticket. La proposta prevede una forma di franchigia individuale calcolata in percentuale al reddito. Fino alla percentuale prevista il cittadino dovrebbe pagare interamente ogni prestazione sanitaria, superata tale soglia tutte le prestazioni diventerebbero automaticamente gratuite.

"Per ora si tratta solo di una proposta" - ha dichiarato il Ministro - "si sta ragionando da tempo su una forma che rimoduli la compartecipazione seguendo tre principi guida: trasparenza, equità e tendenziale omogeneità”.  Com'è noto la situazione attuale presenta una disomogeneità generalizzata nelle prestazioni sanitarie e l'obiettivo di Balduzzi sarebbe quello di avvantaggiare i cittadini. Secondo uno studio Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) la franchigia potrebbe aggirarsi intorno al 3 per mille del reddito lordo, quindi 30 euro l'anno per un pensionato con 10 mila euro di reddito.

Che fine farebbe, in questo caso, l'esenzione della compartecipazione alla spesa sanitaria dei malati rari?

Nicola Spinelli, Vice Presidente di UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare onlus, non ha dubbi a riguardo. "No alla abolizione delle esenzioni ticket e la sostituzione di esse con  la franchigia per i malati rari. - dichiara Spinelli - Siamo disponibili a discutere su come  salvaguardare l'universalismo del servizio sanitario nazionale, ma  l'esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni è per i  malati rari una delle speciali tutele che a loro competono e che fin dal  1999 è promossa dall'Europa e garantita in Italia dal D.M. 279/01 e  dagli accordi Stato-Regioni. Chiediamo in tal senso un chiarimento e una  rassicurazione da parte del Ministro della Salute, affinché i malati  rari non vedano lo smantellamento dei loro diritti un pezzo alla volta."

 

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