Duri i commenti sul provvedimento per il riordino degli incentivi industriali
La bozza del decreto per il riordino degli incentivi industriali presentata dal ministro Passera prevede un nuovo credito d’imposta per la ricerca. Le risorse stanziate dal Governo tecnico ammonterebbero a circa 25 milioni per quest’anno e saliranno a 50 milioni per l’anno prossimo, il 2013. La novità è però che il credito di imposta sarà concesso alle imprese non per investimenti in attività di ricerca e sviluppo, ma per le assunzioni di personale che siano mirate a questi scopi. Più in particolare si pensa all’attribuzione di un credito di imposta per le aziende della misura del 35% del costo aziendale sostenuto per le assunzioni a tempo indeterminato di personale con precisi requisiti.
Dura la reazione di Assobiotec, Associazione Italiana Sviluppo Biotecnologie, che rappresenta le imprese e i parchi tecnologici e scientifici che operano in Italia nei diversi settori delle scienze della vita. "Quanto sta accadendo intorno al credito di imposta per la ricerca – commenta Alessandro Sidoli, Presidente di Assobiotec - è indice di una sola cosa: non c’è consapevolezza di quanto questa misura significhi per il nostro Paese in termini di rilancio competitivo. Se ne parla da mesi, siamo consci del difficile momento storico ed economico-finanziario e le imprese stanno facendo la loro parte con impegno, ma non possiamo accettare che questo Paese non trovi le risorse per finanziare questo indispensabile strumento di supporto. Nel DL Sviluppo all’esame del Governo sembra addirittura sparita ogni traccia di credito di imposta per gli investimenti in ricerca, e al suo posto è stato introdotto un incentivo per l’assunzione di personale qualificato sotto i 35 anni”.
“E’ paradossale – continua Sidoli nella nota diffusa poche ore fa - visto che l’obiettivo enunciato dal Governo è quello della crescita, che non si intervenga a favore del primo motore della crescita stessa: la ricerca e l’innovazione. Il Paese ha bisogno di costruire la propria competitività su questi due elementi e l’unico modo per incentivarli davvero è l’introduzione di un credito di imposta stabile e adeguato per chi fa ricerca. Se non si interviene purtroppo assisteremo alla fuga delle aziende dal Paese, dopo quella dei cervelli”.
Oltre a una serie di criteri sui requisiti del personale da assumere per poter beneficiare del credito d’imposta (età degli assunti, formazione universitaria e titoli professionali) si prevede inoltre che le imprese debbano presentare un’apposita istanza di accesso al credito di imposta, direttamente al Ministero dello Sviluppo Economico che provvederà ad erogare il beneficio rispettando i limiti di spesa, fissati in 25 milioni per il 2012 e 50 per il 2013.
Secondo la bozza di decreto il credito per il 2012 potrebbe decadere nel caso in cui le assunzioni di personale si rivelino non aggiuntive, o se i posti di lavoro creati non vengono conservati per almeno 2 anni (tre per le imprese di grandi dimensioni). Il credito verrebbe perso in caso di violazioni di normativa fiscale e contributiva superiore a 5 mila euro.