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Tra i firmatari della mozione a favore della terapia, presentata dall'On. Rita Bernardini, anche Scapagnini, medico di Berlusconi, l’On. Giachetti (Pd) e l’On. Paglia (Fli)

Roma – Ieri alcune associazioni di malati Sla e Sclerosi Multipla hanno manifestato di fronte a Montecitorio chiedendo la liberalizzazione della cannabis per fini terapeutici. Durante il presidio la deputata radicale Rita Bernardini ha ceduto oltre mezzo chilo di marijuana ai pazienti affetti dalla malattia e ai loro parenti. Un'iniziativa “estrema” ritenuta indispensabile per sensibilizzare Palazzo Chigi e i massimi responsabili del Servizio sanitario nazionale.

Numerosi studi internazionali hanno ormai appurato l'importanza di questi farmaci per le persone affette da Sla e per quelle colpite da sclerosi multipla,  un bacino di utenti che in Italia arriva a sfiorare le sessantacinquemila unità. In molti casi i principi attivi estratti dalla pianta sono una salvezza contro i dolori e le difficoltà respiratorie. Mina Welby, presente alla manifestazione, ha spiegato come i cannabinoidi possano persino ritardare la tracheotomia e le altre procedure per preservare la ventilazione del paziente. Uno dei malati di sclerosi multipla aderenti all'iniziativa, Cristian Barbato, ha raccontato la sua personale esperienza. Nonostante l'acquisto di semi e la semina per uso personale all'interno del proprio domicilio è stato trattato come un criminale dai Carabinieri piombati all'interno della sua abitazione con un mandato di perquisizione. Un mese fa, Rita Bernardini ha depositato una mozione firmata da deputati di tutti gli schieramenti per chiedere l'accesso ai farmaci a base del principio della marijuana, il tetraidrocannabinolo (Thc).
Tra le firme spicca quella di Umberto Scapagnini, iscritto al gruppo del Pdl e medico personale di Silvio Berlusconi e si segnalano quelle di Gianfranco Paglia (Fli), ufficiale della “Folgore” costretto su una sedia a rotelle dopo un attentato subito in Somalia durante la missione Onu e dell'ex radicale del Pd Roberto Giachetti.
“Diverse Regioni – spiga Filomena Gallo, segretario dell'associazione Luca Coscioni – stanno legiferando in materia, e alcune, come la Toscana, hanno già una legge in vigore”. Anche il Veneto ha già adottato dei provvedimenti in materia, così come la Liguria, anche se il governo ha di recente impugnato di fronte alla Corte costituzionale la normativa della Regione perché ha invaso campi riservati allo Stato. Le norme di diritto penale ricadono infatti nella competenza esclusiva del legislatore statale. La battaglia di Radicali italiani si inserisce poi nella campagna contro il sovraffollamento delle carceri italiane. I pannelliani ritengono infatti che una depenalizzazione dei reati connessi all'utilizzo ed allo spaccio di droghe leggere abbia un sicuro effetto deflattivo sul sistema penitenziario. L'evento è stato accolto con freddezza dai settori più “conservatori” della politica italiana.


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