La deputata socialista lancia l'allarme. Un emendamento depositato al Senato rischia di compromettere la sperimentazione
Non si placano le polemiche relative alla sperimentazione del cosiddetto “metodo Vanoni”. Dopo la presa di posizione della comunità scientifica arriva l'ammonimento della deputata socialista Pia Locatelli, parlamentare lombarda molto attenta sul tema. “Non si faccia rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta”, ha spiegato in una nota ufficiale la presidente della Internazionale socialista donne. Il suo parere riguarda un emendamento al “decreto del Fare” depositato dalla senatrice del Pdl Anna Cinzia Bonfrisco, componente della commissione Bilancio di Palazzo Madama. L'atto firmato dalla senatrice prevede che le strutture sanitarie pubbliche possano sottoporre a trattamenti compassionevoli a base di cellule staminali singoli pazienti, in casi di urgenza.
Secondo alcuni autorevoli osservatori, ciò trasferirebbe di fatto alle Regioni la competenza in materia di cure compassionevoli, proprio in un momento in cui le istituzioni nazionali stanno cercando di fare chiarezza sul discusso “metodo Stamina”.
“La lettera inviata da un gruppo di eminenti scienziati alla ministra della Salute Lorenzin, nella quale si chiede che il metodo Stamina venga reso pubblico e si avanzano dubbi sull'originalità del protocollo – ha spiegato Locatelli, che nei mesi scorsi ha contribuito in Commissione Affari sociali della Camera alla stesura del testo sulle modifiche al decreto Balduzzi, approvato dal Parlamento - conferma le nostre preoccupazioni sull'intera vicenda e i nostri timori sul fatto che si tratti di una colossale truffa ai danni dello Stato e dei pazienti che vengono vergognosamente strumentalizzati da Davide Vannoni”.
“Adesso ci stanno riprovando – rimarca l'esponente socialista - Con un emendamento al decreto-legge “Fare” in discussione al Senato, la senatrice Bonfrisco vuole demandare alle strutture pubbliche la decisione di estendere le cure compassionevoli con le staminali. Si tratta di fatto di tentare di far rientrare dalla finestra quanto uscito dalla porta, ossia la reintroduzione del “metodo Stamina”.
"Il rispetto per la sofferenza dei malati e dei loro parenti, per i quali abbiamo la massima comprensione, non deve farci dimenticare il nostro dovere di legislatori, che è quello di dare regole certe e non speranze che non sono basate su alcun presupposto scientifico. Scienza e medicina - conclude la deputata socialista - non possono essere fatte in risposta alla piazza e alla magistratura”. L'eventuale approvazione del discusso emendamento è in grado di aprire una breccia nell'impianto normativo approntato per la sperimentazione.