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Il movimento guidato da Usala rivendica i 240 milioni del fondo destinato ai non autosufficienti. Oggi saranno ascoltati da Lorenzin, Giovannini e Saccomanni

Roma - Si sono dichiarati pronti a staccare la spina i malati del Comitato 16 novembre onlus. La spina è quella dei respiratori, che tengono in vita queste persone, affette da SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e in condizioni di disabilità grave o gravissima. Come precedentemente annunciato il gruppo di malati, guidati da Salvatore Usala, ha protestato ieri davanti al Ministero dell'Economia, rivendicando i 240 milioni del fondo destinato ai non autosufficienti. "Chiediamo dignità non carità” ha spiegato il Comitato 16 novembre onlus, che in seguito alle proteste di ieri incontrerà oggi tre ministri: Lorenzin (Salute), Giovannini (Lavoro) e Saccomanni (Economia).

Secondo il Comitato i tre Ministeri continuano a rimpallarsi le responsabilità sul fondo nazionale per la non autosufficienza, con i quali doveva essere garantita l'assistenza domiciliare.
Quello che i malati chiedono è sostanzialmente la possibilità di essere assistiti al proprio domicilio, senza però dover pesare sulle loro famiglie. "La verità è che i centri di assistenza esterni si mangiano 90 mila euro all'anno per ogni paziente – tuona     Mariangela Lamanna, vicepresidente del Comitato - quando con poco più della metà potresti essere assistito a casa”.

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