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Le due terapie antifungine empiriche sono state valutate in uno studio giapponese. Il micafungin, generalmente, è stato meglio tollerato

MORIOKA CITY (GIAPPONE) – La neutropenia febbrile è una condizione di neutropenia successiva a chemioterapia, che si accompagna a febbre superiore a 38-38.5°. Tipicamente insorge quando i neutrofili sono inferiori a 500 per microlitro, ed è una condizione grave perché può comportare uno stato infettivo severo e potenzialmente mortale (shock settico).

Nei casi di neoplasie ematologiche, i pazienti con febbre persistente e neutropenia ricevono una terapia antifungina empirica per prevenire e curare le infezioni. Uno studio giapponese pubblicato sulla rivista European Journal of Haematology ha valutato e confrontato l'efficacia clinica e la sicurezza dei farmaci micafungin e voriconazolo. In questo trial randomizzato, in aperto, i pazienti sono stati classificati in base al rischio di infezione fungina invasiva.

Non ci sono state differenze significative di efficacia clinica tra i due trattamenti, valutati sulla base di diversi parametri: il successo nel trattamento dell'infezione di base, l'assenza di infezioni fungine intercorrenti, la sopravvivenza per un periodo superiore a 7 giorni dopo il completamento dello studio, la prematura interruzione dello studio a causa della scarsa efficacia, la risoluzione della febbre durante la neutropenia. L'interruzione a causa di eventi avversi correlati al farmaco (gradi 3-4) si è verificata meno frequentemente nel gruppo micafungin.

L'efficacia clinica, dunque, non ha rivelato sostanziali differenze tra micafungin e voriconazolo. Il micafungin, generalmente, è stato meglio tollerato quando somministrato come terapia antifungina empirica in pazienti con febbre persistente e neutropenia.

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