Università, centri di ricerca e aziende sono al lavoro in tutto il globo; negli USA parte la prima sperimentazione sull’uomo
Nella lotta al Coronavirus SARS-CoV-2, se da un lato le speranze di milioni di persone sono riposte, nell’immediato, in farmaci come remdesivir e tocilizumab, dall’altro le maggiori aspettative a lungo termine provengono dallo sviluppo di un vaccino specifico contro il virus. Ad oggi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 41 i vaccini in via di studio ma solo uno ha finora superato la sperimentazione pre-clinica ed è entrato nella Fase I di sviluppo clinico.
Il preparato in questione è denominato mRNA-1273 ed è stato messo a punto grazie alla collaborazione tra il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) statunitense, parte del National Institute of Health, e la biotech Moderna, che ha sede a Cambridge (Massachusetts) ed è da molto tempo impegnata nello sviluppo di farmaci basato su piattaforme a RNA.
Il vaccino mRNA-1273 sarà testato in uno studio clinico di Fase I, in aperto, condotto su 45 volontari di età compresa tra 18 e 55 anni che saranno accuratamente monitorati attraverso visite di controllo da svolgere presso il Kaiser Permanente Washington Health Research Institute (KPWHRI) di Seattle per un periodo di circa sei settimane.
È ancora prematuro cantare vittoria e pensare di disporre già dell’arma con cui arrestare l’avanzata di questo Coronavirus che ormai è diffuso in oltre 100 Paesi nel mondo, ma l’augurio più vivo è che la strada imboccata possa portarci, il prima possibile, al successo.
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