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La scoperta arriva dal team del prof. Agnelli di Perugia

Uno studio italiano, condotto da team del prof. Giancarlo Agnelli dell’Ospedale Sanata Maria della Misericordia di Perugia, ha scoperto che la semuloparina è in grado di ridurre del 64 per cento il rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare nei pazienti con tumore trattati con chemioterapia.

La semuloparina, un farmaco anticoagulante di nuova generazione, è stata testata su più di tremila pazienti europei ed extraeuropei con grande successo. Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Mecine pochi giorni fa, ha dimostrato che tra i pazienti non c’è stato aumento di complicazioni ed emorragie, che comunemente insorgono con i farmaci anticoagulanti.
Il tromboembolismo venoso, la formazione di trombi nelle vene, mette a rischio la vita di un paziente oncologico su cinque. I coaguli di sangue che generalmente si formano nelle vene profonde possono infatti migrare e bloccare il flusso del sangue nei vasi polmonari, causando la morte.

“Il nostro studio - ha dichiarato il professor Agnelli commentando i risultati - rappresenta un importante sviluppo fornito nel tentativo di ridurre gli effetti negativi della malattia nei pazienti con tumore. I risultati dimostrano in maniera inequivocabile che una profilassi antitrombotica, che sino ad oggi non veniva praticata per mancanza di dati a suo favore, è altamente efficace. D'ora in avanti questo tipo di terapia eviterà la comparsa di complicazioni vascolari potenzialmente fatali nei pazienti con tumore consentendo loro di proseguire la chemioterapia, essenziale nel trattamento della loro malattia”

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