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Le attuali terapie per la sindrome di Lesch-Nyhan sono off-label e sperimentali, e spesso conducono a risultati inconsistenti. Uno studio italiano, pubblicato sull’Orphanet Journal of Rare Diseases, riporta gli effetti di una terapia con baclofene intratecale effettuata presso l’Istituto Scientifico “Eugenio Medea” di Lecco su tre pazienti che non avevano ricevuto benefici dalle terapie precedenti. Questo trattamento, come previsto, ha migliorato i sintomi motori e, inaspettatamente, anche gli aspetti comportamentali. Questo risultato può comportare un’interazione funzionale tra baclofene e dopamina, completato da un effetto ansiolitico.

La sindrome di Lesch-Nyhan è caratterizzata da distonia, ballismo (movimenti inconsulti) e comportamenti aggressivi e autolesivi. Sebbene sia gravemente invalidante, nessuno standard terapeutico può ancora essere indicato e il trattamento procede sulla base di osservazioni isolate. Molte terapie, sia farmacologiche (farmaci antispastici, antipsicotici, anti-Parkinson, integratori alimentari) che cellulari (enzimatica sostitutiva e terapie con cellule staminali) sono attualmente sperimentate, con risultati deludenti. Nel corso dello studio tre pazienti con diagnosi genetica di sindrome di Lesch-Nyhan sono stati trattati con baclofene intratecale e hanno mostrato un miglioramento, sia per quanto riguarda la distonia che per i comportamenti patologici.

Il paziente 1 aveva 19 anni: durante lo sviluppo motorio non ha mai raggiunto il controllo della testa, non gattonava né camminava; ha sviluppato invece piede torto bilaterale e ipertonia fasica agli estensori degli arti superiori, con distonia e ballismo. Il suo comportamento patologico comprendeva autolesionismo molto grave e aggressioni involontarie, con pugni e morsi, e indossava costantemente restrizioni all’intero corpo al fine di contenere tali riacutizzazioni.

Il paziente 2 aveva 39 anni, non ha mai raggiunto il controllo della testa, ma gattonava e camminava fino ai 9 anni, quando iniziò una grave distonia e ballismo degli arti. Ha evidenziato una grave tendenza a mordersi le dita e ha richiesto la protezione permanente delle mani.

Il paziente 3 aveva 20 anni, non ha mai raggiunto il controllo della testa, gattonava a fatica e non ha mai camminato. Ha sviluppato forti reazioni retropulsive, distonia con coinvolgimento del collo e degli arti, e ballismo delle braccia. Mostrava comportamenti autolesionistici, feriva se stesso e attaccava gli altri.

I pazienti hanno sospeso le precedenti terapie e successivamente è stato loro impiantato il dispositivo di somministrazione intratecale di baclofene.

La distonia è stata controllata con dosaggi di baclofene di 270-550 microgrammi al giorno. Il farmaco ha migliorato la qualità del sonno per tutti i pazienti, come previsto, e questo è accaduto in assenza di reazioni avverse gravi.

Inoltre, entro tre giorni dopo aver raggiunto il dosaggio stabile, il ballismo scomparve e l’aggressività e i comportamenti autolesivi cessarono, permettendo così la rimozione dei vincoli di protezione. Gli effetti benefici della terapia, inoltre, rimasero stabili per tutto il periodo di follow-up (da 5 a 16 mesi).

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