Anche la Basilicata aderisce al programma nazionale di prevenzione secondaria che risponde al termine scientifico di Screening Neonatale.
Lo Screening Neonatale - spiega una nota dell'ufficio stampa del centro pediatrico del Bambino Gesù di Basilicata - può identificare quei neonati affetti da una malattia genetica come la Fibrosi Cistica, prima che i sintomi si rendano manifesti.
Da giugno in Basilicata tutti i nuovi nati vengono sottoposti a tale procedura, comprendente un’indagine chimico-clinica ed un’indagine genetica, la cui importanza è sancita e riconosciuta dalla legge.
Diritto non sempre riconosciuto, tra le regioni inadempienti il Friuli, l'Abruzzo, la Puglia, la Sardegna mentre la Campania ha in atto un progetto pilota che copre solo una parte dei nuovi nati.
“Lo strumento dello Screening Neonatale è di fondamentale importanza- come sottolineato dal Dottor Salvatore, Direttore del Centro Regionale Fibrosi Cistica attivo presso il Centro Pediatrico Bambino Gesù Basilicata -per identificare patologie in una fase pre-sintomatica. Questo ci permette di attivare subito un programma terapeutico, di limitare i danni, di allargare l'indagine ai parenti”.
I centri nascita di tutta la Basilicata inviano all’Unità Operativa di Chimica Clinica del Laboratorio Analisi dell’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”, di cui è responsabile la Dr.ssa Smaldore, il campione di sangue prelevato dal tallone del nascituro.
Il Laboratorio d’Analisi invia successivamente i risultati al Centro Regionale Fibrosi Cistica, attivo presso il Centro Pediatrico Bambino Gesù Basilicata. La Basilicata non si dota perciò esclusivamente di un programma di Screening ma ha alle spalle, a sostegno di quest'ultimo, un Centro che rappresenta anche un polo d'attrazione per le regioni limitrofe.
Da una recente stima è emerso che su 150 pazienti seguiti e in cura presso il Centro Regionale Fibrosi Cistica, 60 sono lucani i restanti 90 provengono dal Molise, dalla Campania, dalla Puglia e dalla Calabria.
Alla base del percorso terapeutico c'è l'ascolto, l'umanizzazione della cura, il 95% dei pazienti lucani vengono curati a domicilio, e regolarmente visitati in day hospital per i controlli di routine.
Il Centro Regionale si occupa di offrire cure anche per problematiche connesse alla fibrosi cistica ma non da essa determinate. 5 sono le donne affette da fibrosi cistica che sono riuscite a portare a termine la gravidanza, mentre un'altra è in corso.