Milano – MolMed S.p.A. ha annunciato nuovi e importanti dati sul profilo di sicurezza del progetto di immunoterapia anticancro CAR-CD44v6. I risultati, provenienti da modelli preclinici in vivo, sono stati presentati a Berlino (Germania) lo scorso venerdì 27 ottobre, durante il 4° International Congress on Stem Cell Transplantation and Cellular Therapies (COSTEM), in un seminario tenuto dal dottor Attilio Bondanza, responsabile dell’Unità di Immunoterapie Innovative presso la Divisione di Immunologia, Trapianti e Malattie Infettive dell’Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele di Milano.
L’obiettivo del seminario è stato quello di illustrare le strategie più adatte per gestire la tossicità delle cellule CAR-T e quindi sfruttare la potenziale efficacia di questa tecnologia rivoluzionaria sia contro le leucemie sia contro i tumori solidi. Di fatto, l’immunoterapia adottiva, basata sui linfociti T geneticamente modificati con un recettore chimerico CAR (Chimeric antigen-receptor) antigene specifico è una strategia terapeutica innovativa che promette di eliminare il cancro senza provocare patologie croniche secondarie. Tuttavia, i linfociti CAR-T possono indurre effetti collaterali gravi, potenzialmente letali, tra cui la sindrome da citochine, la tossicità neurologica e una possibile reazione autoimmune rispetto all’antigene target. Pertanto, gestire le cellule CAR-T e abolirne la potenziale tossicità è un passaggio critico per poter applicare con successo questa tecnologia e svilupparla nella pratica clinica.
Il CAR-T di MolMed riconosce specificatamente la variante 6 (v6) dell’antigene CD44 (CD44v6), espressa dalle cellule ematologiche tumorali così come da alcuni tumori solidi, ma non dalle cellule sane, con l’eccezione dei monociti e dei cheratinociti, nei quali l’espressione è comunque molto debole. Questo progetto di immunoterapia ha già dimostrato un’elevata efficacia in modelli preclinici in vitro e in vivo contro la leucemia, ma soprattutto un potenziale terapeutico promettente nei tumori solidi in cui viene espresso il CD44v6 e un profilo di sicurezza migliore rispetto a quello di altri progetti in sviluppo.
Il dottor Bondanza ha presentato gli ultimi risultati prodotti nel suo laboratorio in un modello di topo immunodeficiente trapiantato con cute umana. In questo modello, a differenza di linfociti CAR-T specifici per EGFR, i linfociti CAR-T specifici per CD44v6 non causano tossicità cutanea, come dimostrato dal ridotto accumulo delle cellule ingegnerizzate nel derma e alla giunzione dermo-epidermica. I risultati ottenuti in questo modello costituiscono una fondamentale prova della sicurezza dei linfociti CAR-T specifici per CD44v6 nei confronti di tessuti, come la cute, che esprimono livelli, seppur minimi, di questo antigene.
Il professor Claudio Bordignon, Presidente di MolMed, ha commentato: “I dati preclinici ad oggi disponibili sostengono fortemente la bontà dell’approccio innovativo seguito da MolMed: la scelta di un nuovo antigene target (CD44v6) e l’utilizzo di un gene suicida per limitare ulteriormente la potenziale tossicità correlata, collocano MolMed all’avanguardia in questo settore molto promettente e in rapida evoluzione. Se la terapia cellulare CAR-T si confermerà efficace e sicura, probabilmente rappresenterà un elemento di svolta che decreterà questo nuovo approccio quale cura ad personam definitiva, in grado di sconfiggere tumori per i quali ancora non è disponibile un trattamento efficace e sicuro”.
Riccardo Palmisano, Amministratore Delegato di MolMed, ha dichiarato: “Sulla base dei dati preclinici raccolti finora, il progetto di immunoterapia CAR-T di MolMed si differenzia in maniera netta dagli altri CAR-T in quanto potrebbe incrementare l’efficacia di tale approccio terapeutico contenendone la tossicità, offrendo così una prospettiva di vita più lunga ai pazienti colpiti da neoplasie ematologiche altrimenti incurabili e da altri tumori solidi che esprimono l’antigene CD44v6. MolMed continuerà a investire nella ricerca preclinica e nelle attività di sviluppo, con l’obiettivo di valorizzare le caratteristiche peculiari e uniche di questo progetto, per definire correttamente il suo posizionamento terapeutico e per avviare il primo studio clinico nell’uomo, pianificato per il 2018 e già finanziato nell’ambito del progetto EURE-CART”.