Il difensore del Cagliari, colpito dalla rara malattia post-infettiva, rimase totalmente paralizzato e finì in coma. Ecco il motivo delle lacrime nel giorno del suo esordio nella massima serie
CAGLIARI – Le lacrime di gioia di Fabio Pisacane raccontano una sfida vinta. Una sfida che sembrava impossibile: il difensore del Cagliari, infatti, anni fa rimase paralizzato dalla testa ai piedi. Una malattia rara e insidiosa, la sindrome di Guillain-Barré lo fece finire addirittura in coma. Ecco il perché di quelle lacrime, in conferenza stampa, nel suo giorno più importante: quello dell'esordio in Serie A, il 18 settembre scorso, nella partita Cagliari-Atalanta.
Fabio Pisacane, 30 anni, nasce a Napoli e ad appena 14 anni viene notato dal Genoa, che lo tessera. Negli anni successivi gioca in diverse squadre, dalla serie C1 alla B: Ravenna, Cremonese, Lanciano, Lumezzane, Ancona, Ternana, Avellino e infine, dallo scorso anno, Cagliari.
Ma prima di tutto questo, c'è stato il suo periodo buio: “Una mattina mi svegliai e non riuscivo più ad alzare le braccia”, ha raccontato. “Ho avuto una malattia che attacca il sistema nervoso e per diversi mesi son rimasto paralizzato. Sono stato anche in coma. Con l’aiuto di Dio, però, sono riuscito a cavarmela e a realizzare il mio sogno” (qui il video dell'intervista).
La sindrome di Guillain-Barré definisce un gruppo di rare neuropatie post-infettive (l'incidenza annuale varia tra un caso su 91.000 e uno su 55.000), che di solito si manifestano in pazienti in buona salute. Nonostante la causa esatta sia sconosciuta, nella maggior parte dei casi è preceduta da una malattia infettiva e seguita da una progressiva debolezza muscolare che può portare alla paralisi totale. Il trattamento consiste nella somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa o plasmaferesi, ma sono importanti anche la fisioterapia e la riabilitazione.
“Dalla speranza di realizzare il sogno che avevo fin da bambino mi trovai ad affrontare la partita più difficile”, ha raccontato Pisacane. In quel momento non pensavo al fatto che forse non avrei più giocato a calcio. Tutti i miei sforzi, le mie speranze erano indirizzate a combattere per un bene più prezioso, la vita”.
La prognosi, infatti, varia a seconda delle forme: alcuni pazienti si ristabiliscono completamente, altri non sono ancora in grado di camminare 6 mesi dopo l'esordio della malattia, altri ancora non sopravvivono. Fortunatamente, però, circa l'80% dei pazienti ha un recupero completo in un tempo che va da pochi mesi a un anno. Pisacane non solo è guarito completamente, ma ha anche ripreso a giocare.
A conferma del suo carattere, un episodio accaduto durante la stagione 2010-2011, ed emerso nel corso delle inchieste sul calcioscommesse: il direttore sportivo del Ravenna Calcio gli offrì 50.000 euro per far vincere la sua squadra nella successiva partita contro il Lumezzane: lui non solo rifiutò, ma denunciò il fatto, e per la sua onestà fu nominato Ambasciatore della FIFA. Un percorso limpido che dopo tante sofferenze l'ha portato a raggiungere il suo meritato obiettivo: giocare nella massima serie. E le lacrime, a quel punto, ci stavano tutte.