La storia di Katy, statunitense di 43 anni, sopravvissuta alla malattia dopo 1 mese di coma
La fascite necrotizzante è una rara infezione causata da diversi batteri, che si espande rapidamente attraverso la componente molle del tessuto connettivo umano. Si tratta di una malattia estremamente aggressiva che, se non curata, evolve in una lesione cutanea che può trasformarsi in necrosi e condurre alla morte. Katy, 43 anni del texas, è sopravvissuta alla malattia ma ha perso tutti e quattro gli arti.
Katy ha contratto la malattia durante la gravidanza, malattia che si è mostrata in tutta la sua aggressività dopo il parto. La donna è entrata in coma a causa della malattia e si è risvegliata un mese dopo scoprendo che si era resa necessaria l’amputazione di tutti e quattro gli arti.
E’ stato il marito a prendere la decisione, doveva scegliere tra l’amputazione o la morte certa. Katy però ha deciso di sottoporsi a un delicatissimo intervento, il doppio trapianto di arti.
Secondo quanto riportato da Affari Italiani la donna ha deciso di sottoporsi al trapianto dopo aver appreso del successo di un team di medici tedeschi, che hanno ottenuto grandi successi. L’operazione durerà circa 15 ore e vedrà il coinvolgimento di 40 tra medici e infermieri.
La fascite necrotizzante ha un tasso di mortalità superiore al 70 per cento, ma le possibilità di sopravvivenza variano drasticamente a seconda della tempestività dell’intervento.
La diagnosi è confermata da colture di sangue e aspirazione di pus dal tessuto infetto, tuttavia è necessario procedere ad un trattamento medico tempestivo; si deve procedere quindi alla somministrazione di antibiotici a largo spettro non appena si sospetta la malattia. Nelle prime fasi si somministra spesso una combinazione intravenosa di penicillina, vancomicina, clindamicina e altri antibiotici. Se si sospetta la fascite necrotizzante, è necessario un intervento di chirurgia esplorativa, il quale risulta spesso in un aggressivo sbrigliamento, ossia nella rimozione di ampie porzioni di tessuto infetto e, nel caso di infezioni alle regioni periferiche, nell'amputazione dell'arto.