Lugo (Ravenna) – Malata di retinite pigmentosa, una signora sessantenne era stata accusata di aver raggirato l’INPS fingendosi cieca. La donna era stata accusata di truffa nel 2011 dopo che era stata ripresa dalla guardia di finanza in un filmato che la mostrava, davanti agli occhi di tutti gli italiani, mentre andava in bicicletta. La signora è immediatamente finita sotto i riflettori della stampa nazionale, pensione di invalidità e assegno di accompagnamento le sono stati bloccati per due anni. Finalmente però il tribunale di Ravenna le ha concesso la piena assoluzione.
Il giudice di Ravenna ha semplicemente applicato la legge - spiega Mirella Bighi, presidente dell'associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna e di cui la signora di Ravenna è associata - "Quello che ha fatto male, non soltanto alla diretta interessata, ma a tutte le persone che soffrono di retinite pigmentosa e si sono sentite additate come truffatori, è stato il polverone mediatico che si alzato. Speriamo che la sentenza di assoluzione sia finalmente l'occasione per fare un po' di chiarezza sulla malattia e su quello che la legge prevede per chi ne soffre".
“La legge riconosce come ‘ciechi totali’ – conclude Bighi - oltre a chi è non vedente da entrambi gli occhi, anche chi riesce a percepire solo le ombre (come nel caso di danneggiamento dei fotorecettori) e chi ha un residuo visivo perimetrico inferiore al 3%.”
Con il termine di retinite pigmentosa si indicano un gruppo di malattie genetiche croniche in cui i fotorecettori vengono danneggiati e vanno incontro a progressiva degenerazione. Inizialmente si può manifestare con serie difficoltà di vista in condizioni notturne o, viceversa, in presenza di luce abbagliante. Essendo una patologia degenerativa provoca un progressivo restringimento del campo visivo fino a causare completa cecità. Colpisce in Italia una persona ogni 5 mila.