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Susanna l’ho conosciuta nell’estate del 2007, – racconta Emanuele Boffi di Tempi.it - ero in Sardegna per occuparmi del caso di Giovanni Nuvoli, un ex arbitro di calcio, malato di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) che aveva chiesto l’eutanasia. A un certo punto il primario del reparto di anestesia di Sassari, mi portò a casa di un’altra malata di Sla, sua paziente e amica. Susanna aveva fatto posizionare un vaso di fiori sotto la finestra, «in modo tale che posso vederli crescere», mi disse dettando con gli occhi un pensiero sul cartello delle lettere. Chi è costretto a letto e non può nemmeno muovere una mano, deglutire, grattarsi il naso quando più ne ha voglia, ha un senso del tempo assai diverso da chi può muoversi liberamente. Due anni fa, Tempi le ha chiesto di tenere un blog sul sito.

Si chiama “Scritto con gli occhi” ed è un diario non piagnucoloso né edulcorato di quella che è la quotidianità di un malato di Sla. La giornata di Susanna è piena di cose. Ci sono le rondini alla finestra che ballano per lei, le rare passeggiate all’aria aperta, le visite di amici e infermieri, il quotidiano e ammirevole sacrificio della madre e della sorella, il “cambio cannula”, la sbobba sorbita tramite Peg, i guai di una malattia che non lascia tregua, le imprecazioni da querela per il montascale rotto.Ci sono, soprattutto, le passioni sportive per la Torres Calcio e la Dinamo Sassari Basket delle quali scrive. Susanna è talmente cocciuta che, non solo è riuscita ad andare a vedere qualche partita delle due squadre, stressando oltremodo presidenti, dirigenti e giocatori, ma è anche riuscita a portarli a casa sua. Non uno o due giocatori: tutte e due le squadre al gran completo. La Dinamo quest’anno ha vinto la Coppa Italia e la prima uscita ufficiale è stata a casa di Susanna. Una dozzina di marcantoni hanno invaso la sua stanzetta per consegnare simbolicamente la coppa alla loro «tifosa numero uno».Impressiona vedere quanta frenesia si crei attorno a un motore immobile. E si potrebbe quasi dire che tutta questa gente che le si avvicina e la vuole conoscere, intuisca dal contraccolpo con una vita tanto fisicamente ammaccata, quanto sia simile alla propria vita apparentemente intonsa.Leggi l’articolo integrale su Tempi.it .

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