La carenza di N-glycanase (o NGLY1) è una malattia genetica estremamente rara. Rientra nella famiglia dei disturbi congeniti della glicosilazione (CDG). In questo disturbo, le cellule del corpo non sono in grado di sintetizzare l’enzima N-glycanase. Questo enzima (codificato dal gene NGLY1) è responsabile della scissione dei glicani N-collegati dalle glicoproteine mal ripiegate, in modo che il corpo possa riciclarle.
La mancanza di N-glycanase lascia il corpo con una ridotta capacità di riciclare le glicoproteine mal ripiegate, che sembrano accumularsi nelle cellule dei pazienti e che possono quindi causare danni. Il deficit di N-glycanase è recessivo: se entrambi i genitori sono portatori, hanno una probabilità del 25% di avere un figlio con la malattia per ogni gravidanza.
I SINTOMI
C’è una buona dose di variabilità nel fenotipo. Il bambino potrebbe non presentare tutti questi sintomi:
• Ritardo dello sviluppo globale
• Disturbi del movimento (tremore o agitazione: alcuni medici potrebbero fare riferimento a ciò come atassia o simil-atassia)
• Ipotonia (il bambino si presenta “molle come una bambola di pezza”)
• Neuropatia periferica
• Alacrimia o ipolacrimia (mancanza o carenza di lacrime). Sebbene i pazienti abbiano una certa umidità nei loro occhi, hanno comunque difficoltà a produrre lacrime quando piangono.
• Disfunzione epatica. I pazienti presentano transaminasi epatiche elevate quali AST, ALT e talvolta AFP. I valori del fegato possono tendere verso il range di normalità nel corso del tempo.
• Microcefalia (testa più piccola della norma). I pazienti tendono ad avere una circonferenza della testa più piccola, questo potrebbe essere correlato alla dimensione del corpo e/o acquisito nel corso del tempo.
• Riflessi diminuiti. Alcuni pazienti rispondono poco o non rispondono affatto ai test dei riflessi neurologici.
• Costipazione
• Strabismo
• Materiale (fino ad ora) non identificato immagazzinato nelle cellule epatiche. Sembra che ci sia qualche sostanza accumulata nel citoplasma delle cellule epatiche.
• Convulsioni. Circa la metà dei pazienti ha crisi epilettiche osservabili, ma molte di queste non sono riconoscibili come convulsioni per i non esperti. Le crisi più comuni possono essere di tipo mioclonico e includere scatti improvvisi o sussulti, di tipo atonico (gli “attacchi con caduta”, “drop attacks”) o da assenza epilettica (“stupore da incantesimo”, “staring spell”). Gli elettroencefalogrammi dei pazienti sono spesso descritti come “anormali”.
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