Stampa

La scarsa aderenza al trattamento rappresenta un aspetto cruciale della gestione della sclerosi multipla, perché provoca conseguenze molto importanti e porta ad un aumentato tasso di recidive, oltre che ad un incremento del rischio di ricoveri, con un maggiore utilizzo delle risorse sanitarie (Lugaresi et al. 2014). Infatti, sebbene i più comuni farmaci modificanti la malattia  si siano dimostrati efficaci, sicuri e tollerabili, il successo terapeutico è imprescindibile dall'aderenza del paziente nel lungo termine. Spesso la scarsa aderenza è dovuta alla dimenticanza, che in alcuni casi può essere causata da danno cognitivo, ma è la riduzione delle capacità motorie fini legata alla progressione della malattia ad essere uno dei fattori che può complicare l'auto-iniezione del farmaco e favorire la non-aderenza. Altri motivi comuni di scarsa aderenza possono essere l'ansia e la stanchezza legate all'iniezione, l'insufficiente efficacia, la depressione, le reazioni al sito d'iniezione, i sintomi simil-influenzali (Weller et al. 2015)

Fortunatamente, per superare questi fattori che interferiscono con il comfort del paziente e l’aderenza al trattamento, sono stati sviluppati diversi dispositivi per l’iniezione per la maggior parte dei DMD.
Tra questi BETACONNECT™,  autoiniettore elettronico atto a supportare la somministrazione di interferone beta-1b, che presenta un profilo volto a favorire la maneggevolezza e la facilità d’uso e a ridurre i fastidi legati all’iniezione, caratteristiche che vengono incontro alle esigenze della pratica clinica.

Per valutare la soddisfazione dei pazienti riguardo all’utilizzo dello strumento è stata disegnata una survey su 2.299 soggetti con SM utilizzatori di questo dispositivo (Weller et al, 2015). Di questi, 1365 hanno risposto a un questionario di 13 domande sul device. Circa la metà di essi riceveva il trattamento con interferone beta-1b da più di 5 anni.
I risultati hanno mostrato che oltre il 90% dei partecipanti ha valutato BETACONNECT™ come “molto utile” o “utile” nel supportare la terapia con interferone beta-1b.
Tra le funzioni del device considerate più importanti per favorire la terapia vi sono la maneggevolezza (23%), l’iniezione più confortevole (14%), la non necessità di iniezioni manuali (9%), minori irritazioni cutanee (6%) e la disponibilità di una funzione di promemoria (6%).

Le caratteristiche di BETACONNECT™ ritenute più importanti (possibile risposta multipla) sono state: batteria ricaricabile (93%), segnali ottici e acustici alla fine dell’iniezione (92%), display LED per lo stato di caricamento della batteria (91%), profondità (90%) e velocità (86%) dell’iniezione regolabili, sensore di contatto per evitare il rilascio non intenzionale (82%).

Globalmente quindi, l’autoiniettore sembra raggiungere un alto grado di soddisfazione da parte dei pazienti come supporto al loro trattamento con interferone beta-1b, suggerendo come questo dispositivo possa facilitare la terapia e favorire l’aderenza al trattamento con regimi terapeutici a lungo termine (Weller et al, 2015).

Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni