Le ricerche devono proseguire secondo severi standard di sicurezza
In seguito alla diffusionde da parte della FDA statunitense di un comunicato stampa che richiedeva la massima attenzione, allertando medici e pazienti circa i rischi connessi al metodo Zamboni nella sclerosi multipla, la Fondazione Hilarescere ha reso nota la propria posizione.
Pubblichiamo di seguito il comunicato della Fondazione, presieduta dal prof. Fabio Roversi Monaco dell'Università di Bologna.
La Food and Drug Administration (FDA) ha emesso il fine settimana scorso un avviso di sicurezza sul trattamento endovascolare della insufficienza venosa cronica cerebro-spinale (CCSVI) per la sclerosi multipla, rilevando casi di complicanze e anche mortalità a seguito di procedure eseguite malamente. La FDA ribadisce che in questo momento il percorso di ricerca volto a provare efficacia e sicurezza della procedura non è concluso e ha pertanto emesso un chiaro avvertimento affinché i pazienti che si sottopongono privatamente alla procedura siano consapevoli dei rischi della stessa.
La presa di posizione della FDA è assolutamente in linea con la politica scientifica della Fondazione Hilarescere, che per prima ha promosso gli studi su queste nuove possibilità terapeutiche.
La Fondazione ha sempre perseguito, sostenuto e finanziato esclusivamente attività di ricerca in questo campo, sconsigliando i pazienti di sottoporsi ad interventi al di fuori di studi eticamente approvati.
L’Università di Ferrara e l’Ospedale Bellaria di Bologna, ove opera il team multidisciplinare neurologico e vascolare guidata dal Dr Salvi e dal Prof Zamboni, sin dal 2009 ha scelto di interrompere le attività operatorie e di puntare ad uno studio randomizzato e controllato che, con il sostegno economico della Regione Emilia Romagna, dovrebbe avviarsi a breve.
Quest’ultima e altre iniziative di ricerca in corso nel mondo sono la strada per standardizzare e sperimentare le procedure da eseguirsi sui pazienti, così anche per conoscerne la relativa efficacia. Siamo ancora all’inizio di un cammino dove esiste anche una grandissima evoluzione delle attività diagnostiche connesse con l’indicazione di questa o di altre procedure terapeutiche.
Al contrario si calcola che nel mondo siano state eseguite decine di migliaia di procedure al solo fine speculativo, senza attenersi ai protocolli che erano stati raccomandati al termine della prima fase della ricerca, spesso in ambienti inadeguati, con professionisti che non hanno ritenuto di doversi qualificare, e con pazienti dimessi senza controlli e senza una adeguata protezione di profilassi antitromboembolica.
La Fondazione Hilarescere ritiene pertanto estremamente utile il documento della FDA, che tra l’altro è in linea con le recenti raccomandazioni del National Institute for Clinical Excellence che in Inghilterra ha ribadito l’estremo interesse suscitato dalla descrizione scientifica della CCSVI e che ha raccomandato di proseguire le ricerche con studi eticamente approvati volti a valutare l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti chirurgici intentati per migliorare il drenaggio venoso cerebrale.
Dunque l’interpretazione del documento della FDA, ripreso non correttamente da alcune testate italiane, è quella di sconsigliare i pazienti di sottoporsi ad interventi o a procedure diagnostiche al di fuori di studi in cui essi siano eticamente protetti, esattamente come sempre perseguito da codesta Fondazione.