La sperimentazione comincia ufficialmente oggi. Parliamo dello studio Brave Dreams, la sperimentazione del cosiddetto “metodo Zamboni”, volto a trattare l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) in pazienti affetti da Slcerosi Multipla.
Brave Dreams (Brain venous drainage exploited against multiple sclerosis) coinvolge settecento pazienti in tutta Italia, 19 centri di ricerca e 10 regioni e per questo studio sono stati stanzianti 2, 7 milioni di euro. Lo studio valuterà scientificamente l’angioplastica dilatativa conosciuta come ‘metodo Zamboni’ e servirà a valutare la correlazione tra la CCSVI e la sclerosi multipla.
La prima fase della sperimentazione si svolge a Ferrara, presso il Centro Malattie Vascolari dell’Università, diretto da Zamboni, e interesserà 60 pazienti. Poi sarà la volta di Bologna, grazie al neurologo Fabrizio Salvi. Seguiranno poi le altre regioni.
L’avvio del reclutamento è stato possibile grazie al parere non ostativo del Ministero della salute all’utilizzo di dispositivi medici nello studio “Brave Dreams”, pronunciamento espresso il 17 luglio scorso sulla base del parere positivo della "Commissione unica dispositivi medici" dello stesso Ministero. Il protocollo di ricerca “Brave Dreams”, infatti, prevede l’uso di palloncini da angioplastica e, per l’avvio della sperimentazione clinica, il Ministero aveva richiesto, secondo quanto previsto dalla vigente normativa, di attendere la sua preventiva autorizzazione.