“Vogliamo capire se siano stati autorizzati rimborsi per spese sanitarie sostenute per prestazioni sanitarie non corrispondenti a protocolli sanitari diagnostici-terapeutici approvati, privi di certezza scientifica e di adeguata asseverazione ministeriale”
Il Partito democratico della Sardegna chiede chiarezza in materia di terapie per la sclerosi multipla. Tre consiglieri regionali hanno depositato un'interpellanza indirizzata al governatore Ugo Cappellacci ed alla titolare dell'assessorato alla Sanità, Simona De Francisci; l'atto si concentra su alcuni “protocolli di cura” alternativi. Secondo gli esponenti dell'opposizione di centrosinistra, l'amministrazione sanitaria regionale avrebbe rimborsato delle prestazioni mediche erogate in altre Regioni del Paese e, addirittura, all'estero. In base ad una legge regionale in vigore dal 1991, le autorizzazioni in ambito nazionale sono autorizzate direttamente dalle ASL sulla base di circostanziata prescrizione clinica.
“Il Ministero della salute ha di recente emesso nota circolare contenente elementi conoscitivi e valutativi sull'applicabilità di alcuni trattamenti terapeutici di insufficienza venosa cerebro spinale cronica (CCSVI) – spiegano gli onorevoli Sanna e Sabatini - e che in quella sede, pur consentendo tale pratica nella generalità dei casi, ha inteso escludere da tale trattamento espressamente pazienti affetti da specifica patologia di sclerosi multipla (SM) e in tal senso ha sollecitato l'attenzione degli assessorati regionali al rigoroso rispetto di tali prescrizioni”.
“Sarebbero stati autorizzati – rimarcano gli interpellanti – indipendentemente da qualsiasi valutazione di efficacia scientifica, rimborsi di spese sanitarie sostenute per prestazioni sanitarie non corrispondenti a protocolli sanitari diagnostici-terapeutici approvati, privi di certezza scientifica e di adeguata asseverazione ministeriale”.
“Risulta necessario verificare se le ASL stiano erogando o abbiano erogato rimborsi per prestazioni sanitarie di tale tipologia – concludono gli esponenti del Pd – e se viceversa sia stato impartito ai clinici e ai sanitari preposti alle prescrizioni terapeutiche di certificare le patologie per le quali siano consigliati detti trattamenti con la tassativa esclusione della co-presenza di ulteriori patologie per le quali lo stesso Ministero ha indicato esservi controindicazione”.
Il documento dovrà ora essere discusso in una delle prossime sedute della massima assemblea sarda, il principale partito dell'opposizione ha deciso di accendere i fari su una malattia che in Sardegna ha un altissimo tasso di incidenza. Gian Valerio Sanna, uno dei firmatari dell'interpellanza, ha spiegato ad Osservatorio Malattie Rare che la discussione in Aula sarà propedeutica ad una fase di confronto in cui ragionare in merito alla gestione dei Centri presenti sull'Isola e al confronto tra malati, associazioni e sistema sanitario regionale. “Vogliamo che ci sia la massima chiarezza su questa patologia – ci spiega l'ex presidente della provincia di Oristano – Il tema coinvolge l'esistenza di migliaia di sardi. Dobbiamo essere in grado di programmare al meglio per poter erogare servizi all'altezza di tutte le aspettative”.
Il deposito dell'atto ha scatenato le reazioni di alcune associazioni di malati attive in certe zone della Sardegna. Si teme che un'approfondita analisi sulle terapie non convenzionali possa portare la Regione ad interrompere i rimborsi.