Secondo lo studio RADIANT 2 pubblicato sul Lancet il farmaco migliorare anche la sopravvivenza
Ancora belle notizie per l’everolimus, farmaco di Novartis, attualmente utilizzato per combattere il carcinoma a cellule renali ma in corso di sperimentazione per altre malattie di tipo oncologico, come la LAM o i tumori neuroendocrini. E’ proprio da questo ultimo fronte che arriva la notizia positiva, i risultati dello studio di Fase III RADIANT 2, appena pubblicati sul Lancet, mostrano infatti che il farmaco ha rallentato la progressione della malattia in pazienti in fase avanzata, portando anche ad un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione (PFS).
Lo studio ha paragonato la sopravvivenza di pazienti distinti in due gruppi, per un totale di 429 pazienti, alcuni trattati con everolimus più octreotide LAR e un secondo gruppo trattato invece con solo octreotide LAR più placebo. Nel primo gruppo, la sopravvivenza libera da progressione risulta aumentata del 23 per cento passanto da 11,3 mesi nel gruppo con placebo ai 16,4 mesi del gruppo che ha assunto anche everolimus.
I benefici osservati nel gruppo everolimus più octreotide sono risultati indipendentisti dal grado o dalla sede del tumore, dall'età del paziente, dal sesso, dal performance status o dall’aver fatto o meno una chemioterapia precedente. La polmonite, che è un evento avversi noto associato al trattamento con everolimus si è sviluppato nell’8 per cento dei pazienti trattati con l’inibitore in combinazione con octreotide, ma in nessuno dei pazienti trattati con la sola octreotide.
"I nostri dati dimostrano – scrivono gli autori dello studio - che everolimus più octreotide LAR si associa a un aumento clinicamente significativo di 5,1 mesi della PFS mediana rispetto al placebo più octreotide LAR nei pazienti con tumori neuroendocrini avanzati" anche se è chiaro che questi dati andrebbero confermati da ulteriori studi.
Per i tumori neuroendrocrini di origine pancreatica, un sottogruppo di questo tipo di cancro, una conferma c’era però già stata lo scorso anno quando i risultati dello studio RADIANT 3 avevano evidenziato ottimi risultati in termini di aumento della sopravvivenza libera da progressione per i pazienti che avevano utilizzato everolimus.
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