Il presidente Antonio Corcione: “Dobbiamo avere l'obiettivo di eliminare il dolore, e possiamo farlo, ma per riuscirci è indispensabile lavorare in équipe”
Napoli – “Pro vita contra dolorem semper”, sempre a favore della vita e contro il dolore. È il motto della SIAARTI, Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva. “Come recita la scritta vicino al nostro logo, la SIAARTI da sempre è impegnata sul tema del dolore”, afferma il prof. Antonio Corcione, presidente della società e Direttore della U.O.C. Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Monaldi di Napoli. “Uno degli obiettivi della nostra società scientifica è quello di emanare delle linee guida per poter fare un po' d'ordine nel nostro mondo, cioè nel campo del dolore”.
Conoscere meglio, sotto tutti i punti di vista, il dolore in emofilia, è uno dei traguardi del progetto Haemodol, che è stato presentato il 20 giugno a Roma in conferenza stampa. Haemodol nasce dall'incontro della SIAARTI con un gruppo di ematologi e terapisti del dolore, ed è un progetto promosso da Sobi, un'azienda svedese focalizzata nell'ambito delle malattie rare.
“Il lavoro d'équipe è indispensabile: ognuno può arricchire gli altri con la propria esperienza e professionalità, quindi ritengo che sia la base moderna per poter lavorare”, prosegue Corcione. “La SIAARTI ha un gruppo di studio che si interessa di malattie rare, e credo che gli incontri avuti in questi mesi nell'ambito del progetto Haemodol, sul tema del dolore in emofilia, siano molto importanti per noi: ci crediamo e vogliamo arrivare a stilare un documento condiviso, perché purtroppo c'è ancora tanta confusione per quanto riguarda il trattamento del dolore. Le conoscenze in questo campo sono progredite così tanto che è nata la figura del terapista del dolore, importantissima perché si tratta di una materia che ha tante variabili, anche per quanto riguarda le terapie. Le conoscenze fisiopatologiche sono fondamentali, perché senza di queste non si può impostare un'efficace terapia del dolore”.
Qual è, dunque, il messaggio della SIAARTI per le persone che oggi pensano di dover convivere con il dolore? “Che non devono farlo: devono convivere con i loro familiari, non con il dolore!”, sottolinea il prof. Corcione. “Noi, quindi, dobbiamo avere l'obiettivo di eliminare il dolore, e possiamo farlo. Certamente, prima interveniamo e migliori saranno i risultati che potremo ottenere, e intervenire prima vuol dire farlo con un'équipe: l'ematologo ci può contattare e insieme possiamo condividere un percorso. Lo stesso percorso che stiamo portando avanti oggi per arrivare a scrivere delle raccomandazioni e consentire a tutti i medici che hanno dei pazienti affetti da emofilia di prendersi cura di loro in maniera totale, a 360 gradi, conoscendo la patologia e quindi sapendo come intervenire per curare il dolore”.
Per approfondire leggi anche "Emofilia, il dolore è il campanello d’allarme del benessere articolare".