Sui tempi dell'aggiornamento vige l'incertezza. Serviranno un'intesa in Conferenza Stato-Regioni e l'ok del ministero dell'Economia
La Conferenza delle Regioni ha approvato l'informativa sulla proposta di decreto del presidente del Consiglio dei ministri con il quale si dovrebbe procedere all'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Come vi avevamo preannunciato, governatori e assessori regionali alla Sanità hanno specificato che si rende necessario definire con maggiore precisione quelle che saranno le somme destinate al potenziamento del Servizio sanitario nazionale. Ad ogni modo, quello di oggi è solo uno dei passaggi previsti dalla legge. Solo l'intesa assunta dalla Conferenza Stato-Regioni metterà il Dpcm in dirittura d'arrivo. Sino a quel momento continuerà a vigere l'incertezza. La procedura potrebbe poi essere rallentata dalla costituzione di una “cabina di regia”, così come preannunciato dal sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo. Insomma, i malati rari e le loro famiglie dovranno ancora armarsi di pazienza per sopportare le tante differenze e lacune che oggi caratterizzano i servizi erogati a favore di questa categoria di pazienti. Qui avevamo fatto il punto sulla procedura.
“Chiediamo di dare mandato alla Commissione prevista già dalla legge di Stabilità di fare una verifica sul campo sul costo effettivo dei nuovi Lea, provvedendo a riverificare i vecchi, in modo che da qui al 30 novembre siamo in grado di quantificare le risorse che serviranno per il 2017. C'è da fare un lavoro di riquantificazione per il 2017, mentre per il 2016 non ci sono problemi”. Ha spiegato Sergio Venturi, coordinatore vicario della Commissione Sanità della Conferenza delle Regioni.
Ha commentato la decisione anche Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni: “Intanto è un buon modo per chiudere quest'anno in cui abbiamo già ottenuto 1 miliardo e 300 milioni di incremento del Fondo sanitario nazionale portandolo da 109 miliardi a 111 miliardi e alcune risorse per alcuni territori sull'edilizia ospedaliera”. Dunque, per il presidente della Giunta dell'Emilia-Romagna è stato “raggiunto un buon punto per approcciarci alla futura discussione sul possibile futuro incremento del Fondo sanitario e dentro a questo del sistema dei Lea del 2017”. Soddisfazione è stata espressa anche da Giovanni Toti, presidente ligure e rappresentante della minoranza di centrodestra in seno all'organo di rappresentanza delle Regioni.
Scetticismo è stato espresso dall'Associazione Luca Coscioni. “Lustri di attesa – è dal 2001 che si aspetta il rinnovo dei Lea – inducono ancora alla prudenza. Infatti non si ha ancora notizia di un altro assenso forse anche più importante: quello della Ragioneria Generale dello Stato che ha bloccato i Lea dal 2008 negando la famosa 'bollinatura', cioè il via libera alle forme di copertura”, ha spiegato la presidente Filomena Gallo. Paola Binetti, presidente dell'intergruppo parlamentare sulle malattie rare, ha chiesto invece che si faccia la massima chiarezza sui reali stanziamenti. La deputata di Alleanza popolare è chiara: “Sono molte le nuove malattie rare che avendo concluso l'iter necessario per essere riconosciute pretendono giustamente di essere inserite nei nuovi Livelli essenziali di assistenza. Ma è cresciuto anche il bisogno che i Lea includono forme di presa in carico non solo strettamente sanitarie ma anche socio-sanitarie. Continua a sorprendere come davanti ad un diritto di rango costituzionale il ministero dell'Economia possa esercitare una sua pressione al ribasso, senza rendersi conto che si tratta della vita di persone affette da patologie rare complesse, difficili da diagnosticare e ancor più difficili da curare”.