I bambini SMS soffrono di iperattività e disturbi del sonno ma possono vivere una vita normale
La sindrome di Smith-Magenis (SMS) è una malattia genetica complessa che presenta deficit cognitivo variabile, disturbi del sonno, anomalie craniofacciali e scheletriche, disturbi psichiatrici, ritardo motorio e del linguaggio. La prevalenza mondiale è di 1/15.000-25.000 in tutti i gruppi etnici, ma è molto probabile che sia sottodiagnosticata. Maschi e femmine sono affetti in eguale misura. Il nome della sindrome deriva dalle due dottoresse che l’hanno scoperta nel 1982: Ann Smith, consulente genetica, e la pediatra Ruth Ellen Magenis. La SMS è dovuta alla microdelezione cromosomica nella regione 17p11.2 del gene RAI1 o alla mutazione del gene stesso.
Il quadro clinico comprende dismorfismi facciali, iperattività, deficit d’attenzione e auto aggressività, disturbi del sonno, problemi comportamentali, un ritardo mentale da lieve a medio e un ritardo nel linguaggio, voce rauca, cardiopatie congenite, anomalie renali, otiti ricorrenti e problemi oftalmologici, scoliosi e neuropatie periferiche.
Questa sindrome non è facilmente diagnosticabile, tuttavia ci sono degli aspetti clinici neonatali che possono portare ad una diagnosi tempestiva, come ittero precoce (prima delle 24 ore), ipotonia nei primi mesi di vita, letargia, difficoltà di suzione e nutrimento, cardiopatie congenite, scarsa ossigenazione e problemi respiratori, mancanza di lallazione, ritardi cognitivi e dello sviluppo, dismorfismi facciali (occhi piccoli, infossati e chiusi, setto nasale allargato, labbro superiore a tendina), mani e piedi piccoli, statura bassa, autonomia all’igiene molto ritardata, comportamenti stereotipati simili all’autismo.
La conferma diagnostica deve però necessariamente arrivare dal test genetico. Per effettuarlo si utilizza la metodica di ibridazione fluorescente in situ (FISH), che consente di individuare la delezione a carico del braccio corto del cromosoma 17. La diagnosi può riguardare anche la mutazione del gene RAI1. La microdelezione è solitamente compresa tra i 2 e i 9 MB (in media 4-5), e tuttavia sono delezioni diverse: classiche, piccole, grandi o atipiche. Esiste anche la diagnosi ‘Smith like’, in cui questi soggetti presentano tutte le caratteristiche della sindrome, ma l’analisi del cariotipo non rileva alcuna delezione.
A che punto è la ricerca circa questa patologia?
La Dr.ssa Sarah Elsea, del Baylor College of Medicine di Houston (USA), lavora sulla SMS da più di 20 anni: è stata lei a scoprire nel 2003 l’esistenza del gene RAI1, uno degli 80 geni implicati nella microdelezione dell’area 17p11.2, la chiave per capire l’impatto di questa mutazione sui problemi del sonno, comportamentali e dei problemi di salute dei soggetti affetti. Ora la ricercatrice e il suo team sono impegnati nella realizzazione di una popolazione neuronale in coltura per ottenere un modello di SMS. Una volta capito il comportamento di questi neuroni sarà possibile comprendere come funziona il gene RAI1, quali sono gli impatti neurologici e quindi, nel lungo termine, trovare una terapia che permetterà a questi neuroni di comportarsi in modo ‘normale’, nonostante una deficienza del gene RAI1.
Questa ricerca è finanziata dalla Sms research Foundation nata nel 2011 grazie all’iniziativa di due mamme di bambine affette da SMS. Le associazioni di riferimento internazionali per la SMS sono la PRISMS USA e la Smith Magenis UK.
Attualmente, anche in Italia sta nascendo un’associazione volta a dare sostegno ai genitori dei bambini affetti dalla patologia: al momento esiste un sito Internet, www.smith-magenis.com, una pagina Facebook dedicata – Smith Magenis Syndrome Italia e un gruppo, oltre che un account Twitter @smithmagenisIT.
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