La conferma arriva da un recente studio finlandese, condotto su un campione esteso di pazienti

L'esistenza di un legame tra l'impiego di farmaci antipsicotici e il rischio di sviluppo di gravi forme di polmonite è una possibilità da tempo sottoposta ad analisi scientifiche. Tuttavia, la maggior parte delle indagini finora svolte non ha preso in considerazione le persone con malattia di Alzheimer (AD), a cui questo tipo di medicinali viene abitualmente prescritto. Lo studio MEDALZ, pubblicato di recente sulla rivista Chest, è stato condotto da un team di ricercatori finlandesi con l'obiettivo di valutare la frequenza di ospedalizzazioni o decessi dovuti a polmonite in un'ampia popolazione di pazienti con Alzheimer trattati mediante antipsicotici.

Nello studio in questione sono state incluse 2 diverse coorti di partecipanti, tutti sottoposti a terapia con comuni antipsicotici come quetiapina (Seroquel) di AstraZeneca Pharmaceuticals, risperidone (Risperdal) di Johnson & Johnson, e aloperidolo (Haldol) di Janssen Pharmaceuticals. Nella prima coorte sono stati coinvolti 60.584 cittadini finlandesi adulti con diagnosi di Alzheimer ricevuta tra il 2005 e il 2011, nella seconda è stato invece compreso un numero equivalente di individui senza AD. Nei due gruppi sono stati rilevati, rispettivamente, 12.225 e 6.195 casi di polmonite.

In base a quanto emerso dall'indagine, l'impiego di farmaci antipsicotici risulta essere correlato ad un aumento del rischio di polmonite, sia negli individui con AD che in quelli senza la malattia, con un'associazione più marcata che è stata rilevata nel gruppo di partecipanti aventi un'età compresa tra 34 e 74 anni. I ricercatori hanno anche riscontrato che il rischio di polmonite non sembra essere influenzato dal tipo di antipsicotico usato.

Secondo gli autori dello studio, i dati raccolti non permettono di escludere che esista un rapporto di causalità tra antipsicotici e polmonite nei pazienti con Alzheimer. Di conseguenza, è opportuno che i medici valutino attentamente rischi e benefici al momento di prescrivere questi medicinali. Inoltre, la durata del trattamento dovrebbe essere limitata, perché la probabilità di polmonite o di altri eventi avversi non sembra diminuire con un impiego prolungato di antipsicotici.

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