Il protocollo prevede un accordo nell'ambito dell’informazione sui farmaci cannabinoidi e della sperimentazione clinica no profit, con particolare attenzione alle malattie rare

Roma – Si intensifica la collaborazione in corso da tempo, nell’ambito della produzione di cannabis terapeutica, fra la Regione Toscana e lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (SCFM), unità produttiva dell’AIG, l’Agenzia Industrie Difesa. Grazie a un accordo firmato a Palazzo Strozzi Sacrati dall’assessore regionale al Diritto alla Salute Stefania Saccardi e dal direttore generale dell’AIG Gian Carlo Anselmino, la collaborazione si estenderà infatti anche alla ricerca e alla sperimentazione clinica no profit, con particolare attenzione ai farmaci orfani. L’accordo avrà la durata di due anni, con possibilità di revisione annuale.

Il protocollo siglato riguarda ricerca, sperimentazione, informazione e formazione e prevede una collaborazione in due specifici ambiti: il primo è la ricerca e sperimentazione clinica no profit, con particolare attenzione alle malattie rare, in un’ottica di medicina personalizzata; il secondo l’informazione e la formazione sui farmaci cannabinoidi.

Lo SCFM, unica officina farmaceutica dello Stato, dispone di uno stabilimento attrezzato con infrastrutture, impianti di lavorazione, laboratori, magazzini e relativo know-how per la produzione di farmaci orfani e cannabis per uso terapeutico, e da sempre collabora con altre istituzioni e con numerose università per attività congiunte di ricerca e formazione.

La Regione Toscana, nel suo ultimo Piano sanitario e sociale integrato, sottolinea che “è importante sostenere le aree orfane della ricerca e la ricerca no profit sul farmaco, sui farmaci orfani, sulle malattie rare e neglette, a vantaggio dei cittadini, ma anche in un’ottica di cooperazione sanitaria e solidarietà con i Paesi in via di sviluppo”. Attività che, nei fatti, la Regione Toscana promuove anche attraverso il Distretto toscano Scienze della vita, favorendo la collaborazione tra i vari attori della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, e investendo sulla valorizzazione e sulla tutela dei risultati della ricerca. Un ruolo importante è anche quello del Centro di ascolto regionale, organismo competente in materia di informazione e orientamento ai percorsi ma anche agente di connessione con la rete oncologica regionale e la rete malattie rare, e portatore di adeguata informazione ai cittadini.

Nell’ultimo periodo è molto aumentata la richiesta di farmaci orfani e di cannabinoidi, il cui uso, tra l’altro, è trasversale alle tematiche trattate dal Centro di ascolto regionale. L’accordo prevede che la Regione e lo Stabilimento Farmaceutico Militare, anche su impulso del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, attivino sinergie utili allo sviluppo della ricerca biomedica e farmaceutica, con particolare attenzione al sostegno della sperimentazione no profit per i farmaci per malattie rare o neglette, nonché all’adeguata informazione sull’utilizzo e le caratteristiche dei farmaci cannobinoidi, attraverso il Centro di ascolto regionale, e sul corretto processo di prescrizione e distribuzione dei farmaci orfani prodotti dal SCFM, monitorandone il percorso dal medico prescrittore all’utente finale. L’UVAR (Ufficio regionale per la valorizzazione dei risultati della ricerca biomedica e farmaceutica) farà da supporto al coordinamento e alla realizzazione delle linee strategiche e delle attività previste dall’accordo.

Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, come sottolineato dall’assessore Saccardi, è un’istituzione importante per Firenze e per la Toscana, ma anche a livello nazionale. Con la produzione della cannabis a scopo terapeutico ha trovato una sua vocazione ed espressione alta e in questi anni la collaborazione è stata stretta e proficua.

Per Anselmino, la firma del protocollo è importante soprattutto per i malati che tutti i giorni si trovano a dover affrontare una malattia rara: compito delle autorità e delle istituzioni è non far cadere nell’oblio le loro storie, le loro difficoltà, le loro sofferenze. In tal senso – ha evidenziato il direttore generale dell’AIG – un ruolo importante è quello che possono svolgere i media, che possono fare molto per mantenere viva l’attenzione su queste tematiche, contribuendo in modo importante a non far sentire soli i malati e i loro familiari.

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