Preg.mi Dottori, io e mia madre (26 anni e 50 anni) siamo portatrici della mutazione del Fattore V di Leiden in forma eterozigote. Fermo restando le comuni precauzioni da seguire, volevo chiederVi se ci possano essere conseguenze negative nel malaugurato caso di contrazione del Covid-19 in termini di sintomatologia e/o cura. Siamo soggetti a maggiori rischi? Mia madre, inoltre, nel 2017 era già stata colpita da ischemia, dalla quale, seppure si è ripresa, porta ancora con sé qualche problema nell'uso della parola. Vi ringrazio per l'attenzione e l'aiuto prezioso. Chiara

RISPONDE la Prof.ssa Maria Domenica Cappellini, Direttore dell'Unità di Medicina Generale e del Centro Malattie Rare presso la Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano.

Gentilissima Signora, non c'è alcuna evidenza che essere portatrice di mutazione di un fattore della coagulazione favorisca o peggiori l'infezione da COVID19. Le norme da seguire sono quelle imposte per la popolazione generale. Cordiali saluti.

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