Il termine fibromialgia deriva dal latino “fibra”, che indica i tessuti fibrosi (come tendini e legamenti), e dal greco “mya” (muscolo) unito ad “algos” (dolore): significa quindi dolore muscolare. Conosciuta anche come sindrome fibromialgica o sindrome di Atlante, la fibromialgia è una patologia reumatica extra-articolare, riconosciuta dall'OMS nel 1992, caratterizzata non solo da dolore muscolo-scheletrico diffuso, ma anche da profondo affaticamento e da numerose altre manifestazioni cliniche a carico di diversi organi e apparati. La malattia ha comunque una prognosi benigna, ossia non è degenerativa o fatale. In Italia ha un'incidenza fra il 2% e il 4% della popolazione e colpisce principalmente le donne in età fertile e lavorativa.

Il sintomo principale della fibromialgia è un dolore cronico, causato da una sorta di tensione muscolare, che può essere localizzato (le sedi più frequenti sono il collo, le spalle, la schiena e le gambe) o diffuso in tutto il corpo, e che può diventare così intenso da impedire le normali attività quotidiane, con ripercussioni negative sul lavoro, la vita familiare e i rapporti sociali. Fra i numerosi altri sintomi sono presenti affaticamento, astenia, rigidità, sensazione di gonfiore, parestesie, tachicardia, disturbi del sonno, mal di testa e dolore facciale. Si riscontrano spesso anche disturbi cognitivi, gastrointestinali, urinari e della sensibilità (vista, udito e tatto), dismenorrea, vaginismo, alterazioni dell’equilibrio e della temperatura corporea, allergie, intolleranze e sintomi a carico degli arti inferiori (la cosiddetta “sindrome delle gambe senza riposo”). Molte persone raccontano di manifestazioni ansiose o depressive, a volte con attacchi di panico. Questo ha fatto sì che in passato la fibromialgia venisse considerata come un processo di somatizzazione, e purtroppo, ancora oggi, molti medici sono legati a questa definizione ormai superata. Diversi studi hanno dimostrato inequivocabilmente che gli eventuali sintomi depressivi o ansiosi sono un effetto, piuttosto che una causa, della malattia.

Prima di approdare a una diagnosi, il paziente con fibromialgia si trova a dover consultare diversi specialisti (neurologo, ortopedico, infettivologo, psichiatra, reumatologo), per mesi o addirittura per anni, e spesso si sente attribuire la definizione di “malato immaginario”. Le cause e i meccanismi di questa sindrome non sono ancora del tutto chiari, ma i criteri diagnostici sono ormai condivisi a livello internazionale.

Il trattamento della fibromialgia si basa su un doppio approccio totalmente personalizzato, che comprende farmaci, un approccio non farmacologico e un intervento educazionale e di supporto al paziente.

In Italia gli esperti della SIR, Società Italiana di Reumatologia, hanno redatto un PDTA, Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale, per la fibromialgia.

La fibromialgia in Italia non è inclusa negli elenchi ministeriali delle patologie croniche e non è dunque inserita nei LEA, livelli essenziali di assistenza. Ciò significa che i pazienti non hanno diritto all'esenzione da ticket per prestazioni specialistiche, farmaci o qualsiasi forma di terapia.

Per saperne di più leggi il dossier FIBROMIALGIA, QUESTA ILLUSTRE SCONOSCIUTA.

 

Fonti principali:
- Organizzazione Mondiale della Sanità
- American College of Rheumatology
- APMARR
-
AISF ODV

La fibromialgia è una malattia reumatica caratterizzata da dolori cronici diffusi, affaticamento intenso e disturbi del sonno, spesso associati ad ansia o depressione. Un nuovo studio, pubblicato su Neurology, mostra che la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) ha migliorato la qualità della vita, ma non ha avuto alcun effetto sul dolore, in un gruppo di pazienti affetti da tale patologia.

Un recente studio pubblicato su "Pain Medicine" dimostra che dopo sei settimane di trattamento con una nuova metodica multidisciplinare la qualità della vita, il dolore, la fatica e l’ansia dei pazienti affetti da fibromialgia migliorano sensibilmente. Lo studio spagnolo ha valutato l’efficacia di 6 mesi di trattamento interdisciplinare che combina interventi di tipo psicologico, medico, educativo e psicoterapeutico (PSYMEPHY) rispetto alla cura farmacologica standard. Lo studio, di tipo randomizzato, ha reclutato 54 pazienti nel gruppo PSYMEPHY e 56 nel gruppo di controllo (CG) con follow up a 6 mesi ed anche a 12 per il primo gruppo.

Lo spray nasale a base di ossitocina, molecola nota per la capacità di ridurre ansia e dolore, non induce effetti terapeutici positivi nei pazienti affetti da fibromialgia. Lo ha constatato un gruppo di ricerca italiano, che ha pubblicato uno studio sulla rivista Rheumatology International.

La funzionalità e la forza muscolare delle pazienti affette da fibromialgia possono migliorare grazie all’allenamento sportivo moderato. Lo sostiene uno studio pubblicato online nella libreria Cochrane, secondo il quale l’esercizio aerobico è un’ottima strategia per ridurre il dolore fibromialgico.

La Oregon Health & Science University di Portland ha recentemente proposto nuovi criteri diagnostici per la fibromialgia. I nuovi punti sono più specifici rispetto al passato e mirano ad essere più affidabili dei criteri diagnostici modificati ACR del 2011 (2011ModCr). Un articolo di recente pubblicazione, uscito su Arthritis Care & Research, confronta l’affidabilità dei criteri diagnostici modificati ACR del 2011 (2011ModCr), gli ultimi criteri proposti dalla nota società scientifica Americana, con i vecchi criteri ACR 1990 e con nuovi criteri alternativi, più facili da applicare, che comprendono un più ampio spettro di sintomi e localizzazioni dolorose.

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