I trattamenti sono in grado di ridurre il rischio di contrarre l'infezione da Hiv

Una profilassi pre-esposizione potrebbe essere  in grado di proteggere dal contagio – anche se non nel cento per cento dei casi -  uomini e donne eterosessuali sieronegativi con un partner sieropositivo. Si tratta dei risultati di uno studio sulla profilassi con tenofovir (TDF) e la combinazione di emtricitabina e tenofovir (FTC/TDF), somministrati una volta al giorno per via orale.

Lo studio in questione è denominato PrEP ed è stato presentato all’ultima Conference on Retroviruses and Opportunistic infections (CROI) e riportato dalla rivista Pharmastar. Secondo i dati dello studio entrambi i trattamenti preventivi hanno ridotto in modo sostanziale il rischio di contrarre l’infezione da HIV e la riduzione è stata del 67 per cento con il solo TDF e del 75 per cento con la doppietta FTC/TDF (P < 0,0001 con entrambi i trattamenti).
Secondo gli autori lo studio fornisce quindi una’ evidenza che la profilassi pre-esposizione negli eterosessuali funziona, e che i due regimi testati hanno dato risultati incoraggianti.

L'efficacia della profilassi è stata testata grazie a uno studio randomizzato a tre bracci che ha esaminato 4.758 coppie. I partner sieronegativi di persone sieropositive sono stati trattati una volta al giorno con TDF, la combinazione FTC/TDF oppure placebo. Tutte le coppie sono stati seguite con cadenza mensile per un massimo di 36 mesi. Al momento dell'arruolamento i partner di soggetti sieropositivi non erano candidabili alla terapia antiretrovirale secondo le indicazioni delle linee guida nazionali. Le coppie beneficiavano anche di un servizio di counseling (sia individuale sia di coppia) sulle modalità di riduzione del rischio e venivano dotate di profilattici.
In totale, nel periodo considerato, sono state rilevati 82 casi di infezioni da HIV-1, tra cui 17 nel gruppo assegnato al trattamento con TDF, 13 in quello assegnato alla combinazione FTC/TDF e 52 nel gruppo placebo.

Entrambi i farmaci hanno ridotto in modo significativo il rischio di infezione sia negli uomini e che nelle donne, con un effetto protettivo non significativamente diverso tra i due trattamenti (P = 0,23).
La sicurezza del trattamento è stata testata e la profilassi si è associata a un modesto aumento dei sintomi gastrointestinali nelle prime fasi dello studio.

La resistenza all’HIV è risultata rara. Tra gli 8 soggetti infettati al momento della randomizzazione, uno ha sviluppato la mutazione K65R e uno sviluppato la mutazione M184V, mentre nessuno dei soggetti che hanno contratto l’infezione dopo la randomizzazione ha sviluppato queste due mutazioni.

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