Potrebbe aprire la strada alla progettazione di un vaccino efficace

USA - A dare la buona notizia è la prestigiosa rivista internazionale Nature: gli anticorpi Ch103 sarebbero in grado di bloccare più del 50 per cento di tutti i ceppi virali noti dell’HIV. Si tratta di un passo importante verso la realizzazione di un vaccino per l’AIDS.


Lo studio, realizzato da un gruppo di ricercatori delle università statunitensi Duke, Columbia, Stanford e della Pennsylvania, ha finalmente tracciato la risposta immunitaria di un paziente al virus e ha permesso di capire come giungere allo sviluppo di anticorpi in grado di distruggere buona parte dei ceppi virali causa dell’HIV.

Nello studio sono stati analizzati molti campioni sequenziali di sangue prelevati da un paziente africano 4 settimane dopo il suo contagio e nei due anni successivi, quando ha iniziato a produrre anticorpi 'neutralizzatori'. Si tratta di proteine a forma di Y in grado di eliminare particelle del virus aggrappandosi ai recettori, presenti su tutta la superficie, che usano per attaccarsi alle cellule. Questi anticorpi Ch103, alla fine sono diventati altamente neutralizzatori, in grado di bloccare il 55% di tutti i ceppi virali noti dell'hiv.

Circa il 20% delle persone sieropositive produce naturalmente questo tipo di anticorpi, ma ciò accade solitamente solo 2-4 anni dopo l'infezione, quando il virus è ormai altamente mutante e in grado di aggirare l’azione degli anticorpi.

In teoria quindi gli anticorpi potrebbero essere clonati in grade quantità e somministrati ai pazienti appena contagiati in forma di cocktail per contrastare i vari ceppi dell’HIV. Se però a un paziente sano fosse somministrato un vaccino che induce i suoi stessi globuli bianchi a produrre lo stesso cocktail di anticorpi il virus non sarebbe in grado di diffondersi, andando così a prevenire l’infezione.

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