Secondo i risultati di uno studio di fase II pubblicato su Lancet Oncology, il farmaco lenalidomide migliorerebbe significativamente la sopravvivenza senza progressione della malattia (PFS) in pazienti con linfoma mantellare recidivante/refrattario, rispetto alle terapie ad agente singolo di controllo, scelte dai ricercatori.

In particolare, i dati dello studio hanno mostrato una PFS di 8,7 mesi nei pazienti trattati con lenalidomide (95% CI, 5,5-12,1), rispetto a un PFS di 5,2 mesi con le terapie di controllo (95% CI, 3,7–6,9), con una riduzione del 39% del rischio di progressione o morte nel gruppo trattato con lenalidomide rispetto al secondo gruppo  (HR, 0,61; 95% CI, 0,44-0,84; P = 0,004).

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