Secondo i dati principali dello studio di fase III GALLIUM i cui risultati sono appena stati resi noti da Roche, la combinazione di obinutuzumab con la chemioterapia per la terapia di prima linea di pazienti affetti da linfoma follicolare ha ridotto il rischio di progressione della malattia in misura superiore rispetto a rituximab più chemioterapia. In Europa, ogni anno, circa 19mila persone ricevono una diagnosi di linfoma follicolare, il tipo più comune di linfoma non-Hodgkin indolenti (a crescita lenta). Il linfoma follicolare è considerato incurabile, e la maggior parte delle persone che ne sono colpite recidiva ripetutamente.

Lo studio è un trial multicentrico, in aperto, che ha arruolato 1.401 pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente precedentemente non trattati, 1202 dei quali avevano linfoma follicolare.

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