Linfoma cerebrale

Ai pazienti è stata somministrata una combinazione di chemioterapia e immunoterapia, seguita poi da un trapianto autologo di staminali

Si chiama MARIETTA lo studio internazionale promosso dal gruppo cooperativo IELSG (International Extranodal Lymphoma Study Group) e avente come oggetto il trattamento dei linfomi aggressivi che infiltrano il sistema nervoso centrale. La ricerca ha coinvolto 79 pazienti provenienti da Italia, Olanda, Regno Unito e Svizzera, attestandosi come lo studio con il maggior numero di pazienti mai realizzato su questa tipologia di linfoma raro.

La Fondazione Italiana Linfomi ha condotto la sperimentazione per l’Italia, arruolando il 66% dei pazienti totali e contribuendo a raggiungere importanti risultati. Lo studio è stato coordinato dal Dr. Andrés J. M. Ferreri, vice Presidente FIL e Direttore dell’Unità Linfomi dell’IRCCS San Raffaele di Milano, in collaborazione con la dr.ssa Kate Cwynarski, dello University College London Hospital, Regno Unito, la dr.ssa Jeanette Doorduijn, dell’Erasmus MC Cancer Institute di Rotterdam, Olanda, e il Prof. Emanuele Zucca, dell’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana di Bellinzona, Svizzera.

Il protocollo di ricerca ha riguardato pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B sistemico con localizzazione nel sistema nervoso centrale presente alla diagnosi o alla recidiva. Si tratta di un linfoma raro ma molto aggressivo, per cui fino ad ora non erano ancora state individuate strategie terapeutiche specifiche.

Ai pazienti è stata somministrata una combinazione di chemioterapia e immunoterapia, secondo due regimi di trattamento conosciuti come MATRIX e RICE, già usati nella pratica clinica in pazienti affetti da altri tipi di linfoma, seguita poi da un trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe. In tutti i pazienti che hanno completato il trattamento con il trapianto autologo non è stato ravvisato un peggioramento della malattia ad un anno dalla partecipazione allo studio.

I risultati ottenuti con lo schema MARIETTA sono stati migliori nei pazienti che avevano una localizzazione nel sistema nervoso presente al momento della diagnosi iniziale del linfoma rispetto ai pazienti nei quali la disseminazione in questi organi si è verificata alla recidiva dopo un primo trattamento per il linfoma a grandi cellule, con 71% dei pazienti senza peggioramenti della malattia per due anni, risultato mai raggiunto in precedenza. Questo aspetto è molto importante perché i risultati raggiunti sono simili a quelli riscontrati nei i pazienti affetti da un linfoma a grandi cellule B che non hanno mai avuto un coinvolgimento del cervello, del midollo o delle meningi.

Il Dott. Andrés J. M. Ferreri esprime soddisfazione: “Lo studio MARIETTA offre un contributo fondamentale nel definire nuove linee guida per il linfoma diffuso a grandi cellule B con coinvolgimento cerebrale, un risultato fino a poco tempo fa impensabile. Con questo lavoro la Fondazione Italiana Linfomi conferma la sua attenzione nello studio dei linfomi rari come quelli cerebrali, contribuendo a segnare importanti passi avanti nella ricerca clinica e nella definizione di nuovi standard terapeutici che verranno applicati in tutto il mondo”.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet Haematology.

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