La somministrazione di vitamina K a pazienti affetti da un carcinoma epatocellulare al momento del trattamento con sorafenib migliorerebbe sia la sopravvivenza globale (OS) sia la sopravvivenza libera da progressione (PFS). Lo ha dimostrato uno studio giapponese presentato in occasione del recente Liver Meeting, a San Francisco.

Il trial, opera di ricercatori dell’Osaka General Medical Center, in Giappone, ha coinvolto 55 pazienti con un carcinoma epatocellulare, di cui 20 trattati con 45 mg di vitamina K2 in aggiunta a sorafenib e gli altri con il solo sorafenib.

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