Tra il 2002 e il 2006 la sopravvivenza a 5 anni è aumentata del 10 per cento circa ma solo negli uomini, che hanno raggiunto i valori delle donne

GERMANIA - La leucemia linfoblastica acuta (LLA) è un raro tipo di cancro che rappresenta la forma tumorale più diffusa nei bambini ed è causato dal blocco del processo di differenziamento delle cellule linfoidi, che vanno incontro a proliferazione incontrollata.

Grazie alla disponibilità di varie strategie terapeutiche il tasso di sopravvivenza alla malattia è aumentato notevolmente negli ultimi anni, in particolar modo nei pazienti pediatrici mentre, a livello di popolazione, sono presenti pochi dati riguardanti i pazienti adulti, nei quali la malattia è spesso fatale e la sopravvivenza cala drasticamente con l'aumentare dell'età.

I ricercatori del Centro Tedesco per la Ricerca sul Cancro di Heidelberg, in un articolo recentemente pubblicato su Plos One, hanno analizzato i dati di 1175 pazienti adulti affetti da leucemia linfoblastica acuta presenti nei registri di 11 stati federali e li hanno confrontati con quelli di 2307 pazienti americani presenti del database “Surveillance, Epidemiology and End Results”, allo scopo di valutare il tasso di sopravvivenza alla malattia.

Inoltre, al fine di individuare eventuali cambiamenti recenti nella sopravvivenza dei pazienti, sono stati confrontati i dati dei pazienti di entrambi i paesi tra il 2002 e il 2006.

Il tasso di sopravvivenza generale a 5 anni è risultato essere del 43,4 per cento in Germania e del 35,5 per cento negli Stati Uniti ed è aumentato in modo significativo tra il 2002 e il 2006, in particolare dell'11,8 per cento in Germania e del 7,3 per cento negli Stati Uniti.

Inaspettatamente, dividendo il dato per sesso e fascia di età si osserva che il tasso di sopravvivenza nei pazienti di sesso femminile non ha subito variazioni significative, l'aumento riscontrato infatti riguarda in entrambi gli stati i soli pazienti di sesso maschile; gli uomini infatti, rispetto alle donne, nel 2002 avevano un tasso di sopravvivenza inferiore, che è però diventato uguale o maggiore nel 2006.

Infine anche in questo studio l'età è risultata correlata con la sopravvivenza, che è stata del 10 per cento maggiore nei pazienti del gruppo 15-24 anni rispetto al gruppo 25-39 anni, probabilmente, suggeriscono gli autori, per l'uso di terapie più aggressive o data la maggiore probabilità di leucemie a prognosi benigna nei pazienti più giovani.

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