Molte sperimentazioni in corso, buoni i risultati preliminari di studi di fase 1 e fase 2: l’inibitore è efficace anche in combinazione con attuali trattamenti
Sono tre gli studi clinici che forniscono i primi risultati di efficacia su filanesib (ARRY-520), una molecola innovativa sviluppata da qualche anno come potenziale trattamento per il mieloma multiplo. Il farmaco appartiene alla nuova classe di inibitori delle KSP (‘kinesin spindle protein’, proteina del fuso chinesica) e interferisce con il ciclo cellulare, spingendo la cellula tumorale all’apoptosi, ovvero alla morte programmata.
Nel corso dell’ultimo congresso della Società americana di ematologia (ASH), sono state presentate le prime evidenze scientifiche raccolte nell’ultimo anno: in generale, filanesib sembra di essere promettente sia in monodose che somministrato in combinazione con farmaci attualmente adottati per i casi di mieloma multiplo. Uno studio di fase 2 ha dimostrato che la molecola è efficace in entrambi i regimi terapeutici, da sola o combinata con desametasone. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che i livelli di alfa-1-glicoproteina acida (AAG) sembrano essere dei buoni predittori della risposta terapeutica: positiva se la glicoproteina, a cui si legherebbe l’inibitore dell KSP, è presente in basse dosi, nessuna risposta quando invece la sua concentrazione è elevata.
Il farmaco è stato studiato anche in combinazione con bortezomib, un inibitore del proteosoma, e carfilzomib: la fase 1 della sperimentazione ha evidenziato tassi di risposta del 30-40 % in pazienti con mieloma refrattario, che non rispondono a terapia con bortezomib. Infine, la nuova molecola è oggetto di studio in una sperimentazione preclinica in combinazione con pomalidomide . Anche in questo caso, i risultati preliminari sembrano essere incoraggianti e spingono i ricercatori a ritenere che il farmaco possa essere una strada percorribile per i casi che non rispondono agli attuali trattamenti disponibili.
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