Il carcinoma pancreatico metastatico è destinato a diventare la terza causa principale di morte per cancro in Europa. Offrire quindi un miglior accesso alle terapie per i pazienti che ne sono affetti è una priorità.

It's About Time

Con l'hashtag #ItsAboutTime si rinnova la campagna di sensibilizzazione promossa dalle associazioni di pazienti. Oggi, alle 19:00, un evento in live streaming su Facebook

Milano - Per i malati di tumore al pancreas il concetto di tempo è fondamentale perché una diagnosi precoce può salvare la vita: riconoscere i campanelli di allarme e i fattori di rischio può aiutare a diagnosticare tempestivamente questa patologia e renderla operabile. È per questo motivo che, anche quest’anno, l’hashtag che caratterizza la campagna promossa dalla World Pancreatic Cancer Coalition per informare l’opinione pubblica e sensibilizzare le istituzioni sul tumore al pancreas è #ItsAboutTime. Oggi più che mai è urgente acquisire consapevolezza sulla gravità di questa patologia, anche in considerazione di quanto accaduto in questi ultimi due anni a causa dell’emergenza sanitaria che ha coinvolto il mondo intero: la pandemia di COVID-19, infatti, ha portato ad apprezzare il tempo in modo diverso.

Giampaolo Tortora, Geny Piro e Carmine Carbone

La nuova potenziale strategia terapeutica è stata testata su modelli animali dai ricercatori della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e delle Università di Verona e di Torino

Roma - I trattamenti oncologici hanno fatto passi da gigante nell’ultimo decennio, anche grazie all’introduzione dell’immunoterapia. Per alcuni tumori però, gli effetti delle terapie oncologiche non sono ancora del tutto soddisfacenti. Tra le forme più difficili da trattare ci sono i tumori più frequenti del pancreas, gli adenocarcinomi duttali. Ma la ricerca, anche in questo campo, è molto attiva e sta producendo risultati che potrebbero presto portare a strategie innovative di cura. Per il tumore del pancreas, in particolare, un ruolo fondamentale nel ridurre l’efficacia dei trattamenti è svolto dal cosiddetto microambiente tumorale, che in qualche modo fa da barriera alle cellule tumorali vere e proprie, proteggendole dall’attacco delle terapie, compresa l’immunoterapia.

Campagna Humanitas

Fino al 19 aprile è possibile dare il proprio contributo chiamando o inviando un SMS al 45592

Al via la campagna con numero solidale 45592 di Fondazione Humanitas per la Ricerca: diagnosi precoce e terapie mirate sono la priorità per sconfiggere il tumore al pancreas. Di cancro si muore sempre meno. Grazie ai progressi nella prevenzione e nelle cure, infatti, per molte forme di tumore, come quello alla mammella e al colon-retto, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è, rispettivamente, del 91% e 66%. Così non è invece per il tumore al pancreas, per cui questo dato arriva solo al 10%, rendendolo uno dei big killer più temuti. Si ritiene che entro il 2030 diventerà la seconda causa di morte per tumore nei Paesi occidentali.

Michele Reni

Il dato emerge da uno studio italiano coordinato dal San Raffaele di Milano

Milano – Le varianti patogeniche nei geni BRCA1 e BRCA2 sono note per aumentare il rischio di sviluppare il tumore alle mammelle e alle ovaie (da cui il nome di questi geni: BReast CAncer genes). Pochi sanno però che queste stesse varianti aumentano anche la probabilità di incorrere in altre forme di cancro, come quello al pancreas, e che la loro frequenza nella popolazione varia molto geograficamente.

Policlinico Gemelli

L’obiettivo è migliorare l’assistenza dei pazienti e gli esiti dei trattamenti

Un Percorso Clinico Assistenziale (PCA) e un Centro Chirurgico interamente dedicati alle persone con tumore del pancreas, sono le due innovazioni organizzative con le quali la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS scende in campo per dare una risposta più strutturata ai pazienti affetti da queste neoplasie difficili da curare anche perché spesso diagnosticate in fase tardiva (solo il 7% dei casi è diagnosticato in fase iniziale).

DNA e genetica

La scoperta proviene da uno studio americano basato sul sequenziamento dell'intero genoma

Quarta causa di morte negli uomini e nelle donne nella fascia d’età compresa tra 50 e 69 anni, con una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi pari solamente all’8%: a guardare i dati nudi e crudi, il carcinoma del pancreas incute timore. In particolare, con il nome di adenocarcinoma duttale del pancreas definiamo la forma tumorale più nota e diffusa, tanto che lo scorso anno sono stati segnalati in Italia più di 13mila casi. Un numero alto per un tumore che, tra i fattori di rischio, oltre al fumo di sigaretta e alla pancreatica cronica, annovera anche l’ereditarietà. Infatti, si stima che circa un tumore al pancreas su dieci riporti una storia di familiarità e ciò impone ai ricercatori di approfondire lo studio delle mutazioni geniche più frequentemente associate alla comparsa della malattia.

Pancreas

Si tratta dell’unica neoplasia che in quarant’anni non ha registrato miglioramenti in termini di sopravvivenza.

Roma – Un vissuto pesante quello delle persone affette dal tumore al pancreas. Una narrazione che porta alla luce emozioni e bisogni insoddisfatti di indicibile impatto, a causa della complessa gestione della patologia, della sintomatologia vaga e aspecifica, che non consente di effettuare una diagnosi precoce, portando a un tasso di sopravvivenza basso. Si snoda nell’ambito di molteplici problematiche lo studio “Gli unmet need nell’adenocarcinoma al pancreas: un’analisi a 360° con il paziente al centro”, indagine che ISHEO, società di ricerca e valutazione economico-sanitaria, ha realizzato con il patrocinio di FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) e delle Associazioni dei Pazienti Codice Viola e Nastro Viola, da sempre impegnate su questa patologia, con il contributo incondizionato di Servier.

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