Intervista al Dr.Carlo Carnaghi, dell’Humanitas Cancer Center di Rozzano (MI)

I tumori neuroendocrini rappresentano un gruppo di neoplasie rare di grande complessità. Grazie a un corretto approccio terapeutico multidisciplinare i pazienti possono avere una aspettativa di vita decisamente lunga. L'ultima novità a questo proposito è l’approvazione della nuova indicazione di lanreotide nel trattamento di alcuni  tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici.

“La nuova indicazione spiega il Dr. Carlo Carnaghi, oncologo dell’Humanitas Cancer Center di Rozzano (MI)  - recepisce il concetto dell’ attività antiproliferativa di questa classe di farmaci sui tumori neuroendocrini  gastro-entero-pancreatici in accordo a quanto emerso da un importante studio pubblicato nel 2014 sul New England Journal of Medicine.”
“Questa però – spiega ancora Carnaghi -  è solo la prima delle novità che riguarda i tumori e neuroendocrini. In occasione del congresso europeo di oncologia tenutosi a Barcellona nel novembre 2015 sono stati presentati i risultati di tre studi destinati a modificare nel prossimo futuro la strategia di cura di queste neoplasie. Il primo era incentrato sulla radioterapia recettoriale, una nuova modalità di trattamento che prevede l’impiego di un radiofarmaco somministrato per via endovenosa ogni 8 settimane e che si è dimostrato particolarmente efficace nel controllare l’evoluzione dei tumori neuroendocrini intestinali in fase metastatica.

Il secondo studio riguarda everolimus, un cosiddetto ‘farmaco a bersaglio molecolare’, che è già in uso per il trattamento delle forme neuroendocrine pancreatiche. Lo studio presentato all’ESMO (European Society for Medical Oncology) ha dimostrato come la sua efficacia si estenda anche alle forme neuroendocrine ben o mediamente differenziate a origine da tutto il tratto gastro-eterico e del polmone.

Infine il terzo studio ha valutato il telotristat, un inibitore della serotonina, che si è dimostrato particolarmente utile nel controllo della cosiddetta sindrome da carcinoide, una sindrome caratterizzata da severa diarrea e in  grado di condizionare non solo la qualità di vita ma anche la prognosi dei pazienti.”

“Resta comunque fondamentale ricordare come i NET siano una patologia estremamente complessa e eterogenea che non può prescindere da una gestione multidisciplinare integrata tra oncologo, endocrinologo, chirurgo, gastroenterologo, medico nucleare, patologo, genetista.  In Italia fortunatamente – conclude Carnaghi - i centri con esperienza fortunatamente non mancano e alcuni di essi hanno anche il prestigioso accreditamento ENETS che ne certifica la qualità nella gestione dei tumori neuroendocrini.”
 

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