Prof. Marco Cicardi

Insieme a loro, i medici della reta ITACA, il network nazionale dedicato alla malattia

Il 14 agosto scorso, OMaR aveva tristemente dato annuncio della morte improvvisa, avvenuta pochi giorni prima, di Marco Circardi, Professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università Statale di Milano e Direttore del Dipartimento di Area Medica dell'ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Il prof. Cicardi, nel corso della propria vita, si è costantemente e profondamente dedicato a migliorare l’assistenza delle persone affette da una particolare malattia genetica rara, l’angioedema ereditario. A testimonianza della professionalità e umanità con cui il prof. Cicardi ha portato avanti questo suo impegno, l’11 settembre, in occasione del trigesimo della sua scomparsa, i pazienti dell’Associazione volontaria per l’angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema (AAEE Onlus) e i medici della rete ITACA, che ha dato vita al primo registro italiano dedicato alla malattia, hanno deciso di ricordare lo stimato medico con una lettera, che OMaR ripropone oggi integralmente.

L’11 settembre 2019 ricorre il trigesimo della morte del nostro carissimo, amatissimo e stimatissimo Prof. Marco Cicardi. La sua morte improvvisa e inaspettata ha lasciato un grande vuoto e ci ha causato un immenso dolore. Ancora non ci rendiamo conto che non ci sia più. Oltre ad essere un grande scienziato e un medico eccellente, che poneva al centro della sua attività quotidiana una particolare attenzione verso il paziente, che trattava sempre con grande professionalità e umanità, era anche una persona eccezionale: sempre molto misurato, cordiale, educato; sempre disponibile verso tutti.

Con la sua ricerca, i suoi studi iniziati circa 45 anni fa sull’angioedema ereditario, ha radicalmente cambiato in meglio la vita dei pazienti che si sono affidati alle sue cure. Negli ultimi 20 anni, grazie alla sua visione e lungimiranza, abbiamo creato il network ITACA, che rappresenta tutti i medici che in Italia si occupano di angioedema ereditario e di altri angioedemi rari. Medici che tutti insieme hanno profuso un grande impegno nella ricerca sulla patologia permettendo di sviluppare nuovi farmaci, più efficaci e di più facile infusione, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Nel 1980 ha avuto la felicissima idea di suggerire ai pazienti fino ad allora diagnosticati di costituire una vera e propria associazione, con degli obiettivi molto ambiziosi che, sotto la sua illuminata regia, abbiamo raggiunto. Ci ha insegnato, con grande impegno e dedizione, a collaborare con i ricercatori, con le case farmaceutiche e tra noi pazienti, per raggiungere un fine comune che è sempre e soprattutto l’interesse del malato.

Chi ha avuto a che fare con il Prof. Marco Cicardi come paziente, ha potuto apprezzare la sua grande umanità e gentilezza, la sua capacità di infondere coraggio, serenità e determinazione, anche nei momenti più duri e ‘antipatici’ della gestione della patologia, e di esortare il paziente stesso a vivere una vita come normale. Dobbiamo a lui e a tutti i suoi colleghi, che ha coordinato nella ricerca e nella cura della patologia, se oggi possiamo vivere una vita serena. Ci ha lasciato un grandissimo patrimonio di conoscenze scientifiche, di umanità, di solidarietà, di moralità, di umiltà e di capacità di collaborare, che ci impegneremo a non disperdere e che ci adopereremo a mettere a frutto sulla strada che ha tracciato.

Era una persona molto carismatica, geniale, aveva una capacità eccezionale di attirare l’attenzione sugli argomenti che trattava ed era molto cordiale con tutti. Si batteva quotidianamente per una “MEDICINA ETICA”, sia nella ricerca, sia nella cura del paziente. Ci auguriamo tanto che i suoi studenti all’Università seguano i suoi insegnamenti e il suo esempio, perché saranno sicuramente degli ottimi medici e contribuiranno a darci una medicina migliore, al servizio dei pazienti.

Caro Marco, ci hai lasciato troppo presto, avevamo ancora tanti progetti da realizzare, progetti che cercheremo di portare a termine seguendo la strada che ci hai indicato. Confidiamo che da lassù continuerai a seguirci, che illuminerai i tuoi amici e colleghi nelle attività di ricerca e che non smetterai di suggerirci cosa è meglio fare per realizzare i tuoi insegnamenti.

Ti siamo grati per tutto quello che ci hai dato e hai fatto per noi: resterai sempre nelle nostre menti e nei nostri cuori. Un caro abbraccio da tutti noi”.

I pazienti dell’A.A.E.E. e i medici di ITACA

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