Si dovrà valutare la possibilità per i bimbi di frequentare la scuola in modalità telematica anche nelle zone a minor rischio di contagio; ma intanto lezioni sospese in tutta Italia
Le novità legate alla diffusione del contagio da Coronavirus e alle politiche di prevenzione si susseguono incessantemente e toccano, così come tutti i cittadini, anche le persone che vivono con una malattia rara. Per alcuni di questi pazienti c’è particolare apprensione, perché le loro specifiche patologie li renderebbero particolarmente fragili di fronte alla malattia virale COVID-19. È il caso, ad esempio, delle persone affette da fibrosi cistica, patologia che colpisce in modo particolare, se pur non esclusivo, i polmoni: qui si forma un muco denso che provoca tosse, colonizzazione di batteri e reazioni infiammatorie.
È a loro che si è pensato martedì 3 marzo, quando la Commissione Sanità del Senato ha concluso l’esame in sede referente ed in seconda lettura del DDL 1741 (d.l. 6/20 emergenza COVID-19) già approvato dalla Camera dei deputati. Contestualmente, infatti, sono stati accolti alcuni ordini del giorno, uno dei quali proprio relativo ai bambini affetti da fibrosi cistica. L’ordine del giorno è stato presentato dalla sen. Paola Binetti, da sempre vicina alle persone affette da questa malattia di origine genetica, e riporta anche la firma dei senatori e senatrici Rizzotti, Siclari, Stabile e De Poli.
“È evidente – si legge nell’ordine del giorno – che per le persone affette da FC l'attuale epidemia da Coronavirus costituisce un rischio enorme non solo per la qualità di vita ma anche per le sue aspettative. Tra le persone che possono trovarsi maggiormente in difficoltà ci sono i minori che, andando a scuola, possono trovarsi esposti al rischio concreto di contrarre anche forme gravi di influenza da Coronavirus. Non a caso, tra le prime misure prese dal Governo c'è la chiusura delle scuole e l'invito ad utilizzare moderne tecniche di teledidattica”.
Questa misura, però, è stata varata solo nelle regioni in cui l’epidemia ha coinvolto molte persone (le cosiddette “zone rosse”), mentre altrove i bambini continuano ad andare a scuola, passando molte ore fianco a fianco con i compagni. Da qui la preoccupazione espressa dalla sen. Binetti e colleghi, che scrivono: “questa misura non protegge adeguatamente i bambini con fibrosi cistica che attualmente risiedono in regioni a più basso livello di epidemia e che quindi non sono affatto protetti dal contagio. Eppure, proprio a loro andrebbe prestata una attenzione controllata e selettiva”.
Per questo motivo, l’ordine del giorno che è stato accolto impegna il Governo a valutare l'opportunità che tutti i bambini affetti da grave e documentata patologia respiratoria, su richiesta dei genitori e in concreta attenzione alle loro condizioni specifiche, anche se frequentano scuole non ricomprese nelle zone rosse, possano avvalersi in questo periodo di iniziative didattiche mirate ai loro bisogni specifici, attraverso l'attivazione di forme di teledidattica analoghe a quelle già sperimentate su larga scala e per tutti i bambini nelle zone rosse.
A nemmeno 24 ore dall’adozione di questo atto, però, il Governo è andato oltre, predisponendo che da oggi, tutte le scuole, in tutta Italia, siano chiuse fino a metà mese: una misura che si spera possa contribuire a frenare la diffusione del contagio da Coronavirus. Quando poi verrà il momento di tornare sui banchi di scuola, però, non bisognerà dimenticare i bimbi affetti da fibrosi cistica o da altre malattie respiratorie. Se vi fosse ancora un rischio di contagio, sarà opportuno ricordarsi dell'impegno preso e valutare modalità di apprendimento a distanza, se ritenute necessarie.
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