La procedura NPP avviata anche al San Camillo di Roma, al San Carlo di Milano, agli spedali Civili di Brescia, al Rummo di Benevento e al Cervello di Palermo
Coperte 10 Regioni, con queste adesioni in Lombardia gli ospedali sono 4, in Campania e Sicilia 3, in Toscana, Emilia Romagna e Lazio 2, mentre Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte e Abruzzo ne hanno uno ciascuno
Quindici giorni fa i pazienti adulti affetti da Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) hanno avuto una bella notizia: il primo farmaco approvato in UE contro la malattia – il Pirfenidone prodotto da InterMune – era finalmente a disposizione presso 13 centri ospedalieri italiani su 9 diverse regioni. Per molti questo ha significato poter accedere finalmente ad un trattamento e accendere una speranza nella propria vita minata da questa malattia che toglie il fiato e la forza di svolgere le attività quotidiane. Da quel primo annuncio ad oggi, in sole due settimane, altri centri ospedalieri hanno attivato – in accordo con l’azienda produttrice - la proceduta di uso compassionevole NPP, al punto che ad oggi i centri sono diventati 20 e le regioni raggiunte 10.
Gli ultimi centri ad essere entrati nella rosa di quelli che hanno deciso di dare ai pazienti questa importante opportunità sono cinque: il San Camillo Forlanini a Roma (dott. Sebastiani), l’Azienda Ospedaliera Rummo a Benevento (Prof. Del Donno), in Lombardia il San Carlo Borromeo (dott. Amaducci) e gli Spedali Civili di Brescia (Prof. Tantucci), infine in Sicilia il Cervello di Palermo (dott. Giuseppe Ferrara).
Con queste ultime adesioni la Lombardia diventa la regione con il maggior numero di centri che forniscono Pirfenidone, 4 in tutto su Milano, Brescia e Monza; seguono per numero di centri la Campania – con Napoli e Benevento – e la Sicilia dove i centri sono sia a Catania che a Palermo.
Ci sono poi la Toscana, l’Emilia Romagna e il Lazio che hanno due centri ciascuno e Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte e Abruzzo con un centro per ognuna.
Il Pirfenidone è attualmente l’unico farmaco in grado di rallentare la progressione di questa malattia interstiziale del polmone e arriva in un momento molto delicato: poco tempo fa, infatti, alcuni trial clinici sulla tripla terapia (la combinazione di tre farmaci) sono stati interrotti per motivi di sicurezza e per i pazienti, oltre all’uso dell’ossigeno, non era rimasta alcuna terapia a disposizione.
Per questo è comunque necessario che i pazienti con diagnosi di Fibrosi Polmonare Idiopatica che seguono altre terapie o che non ne seguono attualmente alcuna si rivolgano al proprio centro specialistico di riferimento per rivalutare il regime terapeutico anche alla luce della disponibilità di questo nuovo farmaco.
Per questo l’azienda InterMune, che aveva avuto l’autorizzazione al commercio (AIC) per questo farmaco ad uso orale il 28 febbraio del 2011 ha deciso di venire incontro ai pazienti rendendosi disponibile, in accordo con i singoli centri di riferimento, ad attivare una procedura speciale di uso compassionevole, chiamata appunto NPP, che permette ai centri di fornire il farmaco senza che questo sia rimborsato dal SSN ma a carico dell’azienda stessa, in attesa della piena e ‘regolare’ commercializzazione. Un’accelerazione all’accesso dei pazienti resa auspicabile anche in considerazione dei risultati delle sperimentazioni che indicano una maggiore efficacia quando la terapia è cominciata in fase precoce.
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