Sanofi ha annunciato i risultati dello studio di fase II pochi giorni fa a Milano
Il farmaco sperimentale REGN727, inibitore della proteina PCSK9 prodotto da Sanofi, garantisce buoni risultati per i pazienti portatori della forma eterozigote di ipercolesterolemia familiare. Lo avrebbe confermato uno studio pubblicato su The Lancet, presentato all’ 80° Congresso della Società Europea di Aterosclerosi.
Lo studio, condotto per la valutazione di efficacia e sicurezza del farmaco, ha analizzato l’anticorpo monoclonale in 77 pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare eterozigote (heFH), che non avevano precedentemente ottenuto risultati con la terapia a base di statine.
Secondo quanto riportato da Pharmastar,i partecipanti sono stati randomizzati a ricevere una di quattro dosi del farmaco o placebo (150 mg, 200 mg, 300 mg a intervalli di 4 settimane o 150 mg ogni due settimane). Al basale tutti i pazienti avevano un livello di LDL-C uguale o superiore a 100 mg mmol/l ed erano in terapia con una dose fissa di statine, con o senza ezetimibe, da almeno sei settimane prima dell’arruolamento.
Dopo 12 settimane di terapia i pazienti che avevano ricevuto il medicinale hanno ottenuto una riduzione dei livelli di LDL-C dal 28,9% al 67,9% rispetto al basale, mentre i controlli trattati con placebo hanno ottenuto una riduzione del 10,7% (P<0,05).
Con la dose da 150 mg del farmaco, somministrata ogni due settimane, il 93,8% dei pazienti ha ottenuto un valore di LDL-C inferiore a 100 mg/dl (2,59 mmol/l), rispetto al 13,3% dei controlli. L’81,3% dei pazienti trattati con la stessa dose del farmaco ha ottenuto livelli di LDL-C inferiori a 70 mg/dl (1,81 mmol/l), rispetto a nessun paziente tra quelli assegnati al placebo.
Non sono stati osservati eventi avversi gravi con il farmaco. Non si è verificato un aumento superiore a 3 volte il limite di normalità del test di funzionalità epatica e nessun aumento dei livelli di creatinina chinasi.
Il nuovo ipocolesterolemizzante, chiamato per ora REGN727 o SAR236553, è uno tra gli agenti in studio di una nuova classe di farmaci, gli inibitori di PCSK9, che aumentano l'assorbimento di colesterolo da parte del fegato bloccando appunto la PCSK9 circolante. La proteina PCSK9, prodotta principalmente nel fegato, si lega a recettori delle LDL, promuovendone la degradazione e, quindi, riducendo la capacità del fegato di rimuovere il colesterolo LDL dalla circolo sanguigno.
L'ipercolesterolemia familiare è una malattia genetica che può presentarsi in forma eterozigote (heFH), meno grave, quando un sola copia del gene responsabile è difettosa, oppure omozigote (hoFH), più grave, quando entrambi le copie sono mutate. La heFH ha una frequenza media di 1 ogni 500 soggetti, mentre l'hoFH è fortunatamente molto più rara (circa 1 caso su 1 milione).
Seguici sui Social