Justin Timberlake e la malattia di Lyme
Justin Timberlake al San Diego Comic Con International del 2016 (foto tratta dal flickr.com - Autore: Gage Skidmore)

Il cantante: “Ho scoperto di aver contratto l’infezione dopo il tour mondiale. Ora capisco cosa mi stava succedendo”

Justin Timberlake ha annunciato di essere affetto dalla malattia di Lyme. Il cantante lo ha reso noto con un post pubblicato su Instagram al termine del suo tour mondiale, durato oltre dodici mesi. Un periodo intenso, vissuto anche con sintomi debilitanti: dolori neuropatici, forte stanchezza, nausea. Disturbi che, ha spiegato, lo hanno accompagnato per buona parte della tournée, al punto da prendere in considerazione l’idea di cancellare alcune date, anche se, alla fine, l'artista ha scelto di non fermarsi. Non è la prima volta che la Lyme colpisce una star della musica: in passato hanno raccontato la loro esperienza con la questa patologia anche Justin Bieber, Shania Twain e Avril Lavigne, riuscendo a rompere il silenzio su una condizione ancora poco conosciuta e spesso sottovalutata.

UN’INFEZIONE BATTERICA TRASMESSA DALLE ZECCHE

La malattia di Lyme è un’infezione provocata dal batterio Borrelia burgdorferi, trasmesso all’essere umano dal morso di zecche infette. Se diagnosticata precocemente, può essere trattata con successo tramite terapia antibiotica. Tuttavia non basta essere punti per ammalarsi: la zecca infetta deve restare attaccata alla pelle per diverse ore, in genere oltre le 12, affinché il batterio riesca a entrare nel sangue. Anche in questo caso, però, non sempre la Borrelia riesce a sopravvivere, poiché per causare l’infezione deve prima adattarsi all’organismo umano ed eludere il sistema immunitario.

SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE

Il primo campanello d’allarme è spesso un eritema circolare sulla pelle nel punto della puntura, che può allargarsi anche fino a 50 cm e, in alcuni casi, comparire in più zone del corpo. A questo segno caratteristico possono aggiungersi sintomi generici come mal di testa, nausea, mal di gola, febbre alta, ingrossamento dei linfonodi. Dopo qualche settimana, oltre la metà dei pazienti può sviluppare artrite, problemi neurologici o disturbi cardiaci. Se la diagnosi è tempestiva, si può intervenire con antibiotici per via orale (come doxiciclina o amoxicillina). Nei casi più avanzati o complessi, si ricorre invece alla somministrazione endovenosa di ceftriaxone. In una minoranza di pazienti, i sintomi possono persistere anche per diversi mesi.

LA DIAGNOSI

Oltre che sulla valutazione clinica, la diagnosi di malattia di Lyme si basa su esami del sangue specifici (ELISA, chemiluminescenza, Western blot). Tuttavia, è necessario attendere alcune settimane dopo il morso di zecca prima di sottoporsi ai test diagnostici, perché gli anticorpi anti-Borrelia non compaiono subito, per cui un esame troppo precoce potrebbe risultare negativo.

LA PREVENZIONE

Le zecche (parassiti ematofagi, ossia che si nutrono di sangue) hanno dimensioni molto piccole (fino a 6 mm) e il loro morso è spesso indolore, per cui è facile non accorgersene. Dopo una passeggiata nei boschi o in aree erbose, è importante controllare accuratamente la pelle, soprattutto in punti nascosti come testa, ascelle, inguine e torace, ma anche vestiti e animali domestici. In caso di scampagnate è inoltre utile indossare abiti lunghi e usare repellenti.

Se si viene morsi da una zecca, la rimozione dell’insetto deve essere tempestiva e corretta, afferrandone la testa con una pinzetta ed estraendolo delicatamente con un movimento rotatorio. Durante l’estrazione non si devono utilizzare sostanze oleose, acetone o alcool, perché possono causare il rigurgito di sangue, aumentando il rischio di trasmissione di malattie. Se il rostro della zecca permane nella cute va estratto con un ago sterile per evitare la formazione di granulomi. Dopo la rimozione, è consigliata la disinfezione della zona e, in presenza di sintomi, una valutazione medica. Se possibile, è preferibile farsi estrarre la zecca da personale medico, ad esempio rivolgendosi ad un Pronto Soccorso.

L’ASSOCIAZIONE ITALIANA

L’Associazione Lyme Italia e Coinfezioni è un’organizzazione di volontariato attiva su scala nazionale, impegnata nella sensibilizzazione sulla malattia di Lyme e nel sostegno a chi ne è colpito.

La malattia di Lyme, classificata come patologia rara, è in crescita anche in Italia, favorita da fattori come i cambiamenti climatici e l’alterazione degli ecosistemi: una sfida sanitaria che richiede risposte tempestive, sia in termini di prevenzione che di formazione dei professionisti.

L’Associazione si pone quattro obiettivi principali:
diffondere conoscenza sulla Lyme tra cittadinanza e personale sanitario attraverso campagne informative, affinché si riconoscano i sintomi della malattia e si adottino buone pratiche di prevenzione;
supportare le persone malate e le loro famiglie nell’accesso a diagnosi corrette, cure appropriate e centri specializzati, anche attraverso collaborazioni con enti e istituzioni internazionali;
promuovere il riconoscimento istituzionale della malattia di Lyme, affinché siano tutelati diritti fondamentali dei pazienti, come il lavoro, lo studio e il supporto psicologico;
sostenere la ricerca con attività di raccolta fondi e di divulgazione dei progressi scientifici più significativi.

X (Twitter) button
Facebook button
LinkedIn button

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner