In occasione della Giornata delle Malattie Rare, gli esperti dell’IFO risponderanno alle domande dei pazienti in due incontri online: il primo appuntamento oggi, alle ore 15:00
Roma - Un nuovo farmaco innovativo contro la porfiria epatica acuta è stato somministrato per la prima volta, a un paziente colpito dalla malattia rara, all’IRCCS Dermatologico San Gallicano di Roma, nell’ambito di una sperimentazione clinica. La molecola rivoluzionaria si chiama givosiran, ed è il primo trattamento specifico contro questa forma di porfiria.
La porfiria epatica acuta in genere colpisce i giovani di età dai 25 ai 35 anni, per lo più donne. Dolori addominali, agli arti e alla schiena, a volte di grande intensità e in grado di interferire in modo importante con le attività della vita quotidiana, si alternano alle crisi acute caratterizzate da dolore addominale grave e sintomi neurologici. Oggi, però, c'è una speranza concreta per una patologia che comunque rimane cronica.
“Il nuovo farmaco - spiega Marco Ardigò, Responsabile dell’Unità Operativa di Porfirie e Malattie Rare - svolge un'azione di ‘silenziamento genico’ sull’enzima con ruolo chiave nella malattia, l’ALAS1. I dati di letteratura e le sporadiche esperienze in Italia e in Europa sembrano dimostrare un’alta percentuale di risposta alla terapia”.
“Siamo particolarmente ottimisti e confidiamo in una risposta significativa alla terapia anche da parte del nostro paziente”, prosegue Aldo Morrone, Direttore Scientifico ISG. “Per l’Istituto San Gallicano e per tutti i pazienti del Lazio e del Centro-Sud Italia, questa nuova possibilità terapeutica rappresenta un’importante svolta nella gestione di questi malati rari con gravi sintomatologie, compromissione della qualità della vita e rischio per la stessa.”
Al San Gallicano, centro di eccellenza per la diagnosi e cura delle porfirie, è stata somministrata la prima dose a base di givosiran ad un paziente affetto da porfiria acuta intermittente (una variante di porfiria epatica acuta) con manifestazione particolarmente severa della malattia. La porfiria epatica acuta, fino all’avvento di questa nuova molecola, non aveva una terapia specifica, ma gli attacchi acuti derivanti dall’aumento di acido amminolevulinico venivano gestiti mediante somministrazione di un emoderivato, o con alte dosi di glucosio, ma si avevano risposte altalenanti alle terapie.
“Il farmaco - spiega Marco Ardigò - rappresenta una nuova frontiera terapeutica per questi pazienti. Appartiene infatti ad una nuova classe di molecole che agiscono a livello genico. In particolare, agisce provocando il blocco della sintesi di un enzima chiave chiamato acido amminolevulinico sintasi 1 (ALAS1) a livello epatico, riducendo i livelli circolanti dei prodotti neurotossici, che rappresentano le principali cause di attacchi acuti di dolore, e i sintomi legati alla porfiria epatica acuta. I dati fino a oggi sembrano dimostrare un’alta percentuale di risposta alla terapia, con casi di normalizzazione completa degli indicatori di attività della malattia”.
In occasione della Giornata delle Malattie Rare 2021 (28 febbraio) gli esperti degli Istituti San Gallicano e Regina Elena parleranno delle 22 patologie rare di loro competenza, e risponderanno ai quesiti che perverranno attraverso le piattaforme social, in due incontri che si terranno in diretta Facebook oggi, 22 febbraio, e venerdì 26 febbraio, alle ore 15:00.
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