Di queste 5 sono coinvolte nel rimodellamento della cromatina

STATI UNITI - I ricercatori della Stanford University School of Medicine hanno individuato 25 nuove mutazioni coinvolte nello sviluppo della forma sporadica di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), conosciuta anche come Malattia di Lou Gehrig dal nome del famoso giocatore di baseball statunitense degli anni '30 colpito dalla malattia. Si conoscono già diverse mutazioni alla base della forma ereditaria o familiare di SLA ma poco si sa della forma sporadica, che tuttavia riguarda circa il 90 per cento dei casi.
Lo studio, pubblicato pochi giorni fa su Nature Neuroscience, ha visto la collaborazione tra il team della Dr.ssa Alessandra Chesi di Stanford e il laboratorio del Dr. Gerald Crabtree dell'Howard Hughes Medical Institute.

 

L'approccio usato è stato il confronto tra le sequenze del DNA di 47 pazienti affetti dalla forma sporadica di SLA e quelle dei genitori non affetti dei pazienti, al fine di individuare mutazioni “de novo”, sviluppatesi durante il processo di produzione delle cellule riproduttive dei genitori e quindi assenti nei genitori ma presenti in tutte le cellule del paziente.
Per facilitare l'analisi è stato preso in considerazione solo l'esoma, cioè quella porzione di DNA che viene trascritta e poi tradotta in proteine e che costituisce circa l'1 per cento del genoma.
Delle 25 nuove mutazioni individuate 5 si trovano in geni che codificano per proteine responsabili del rimodellamento della cromatina, cioè della conformazione che il DNA assume nel nucleo, che influenza direttamente il modo in cui i geni sono accessibili al sistema di trascrizione e quindi espressi.
Una di queste mutazioni si trova sul gene SS18L1, conosciuto anche come CREST, che codifica per una proteina espressa nel sistema nervoso che promuove la formazione dei dendriti, strutture ramificate dei neuroni che svolgono un ruolo fondamentale nella trasmissione dei segnali nervosi.
“Questa è la prima analisi sistematica di triadi paziente–genitori svolta al fine di identificare mutazioni de novo coinvolte nella SLA” spiega Chesi: “Ora abbiamo una lista di geni candidati che possiamo studiare. Non abbiamo ancora dimostrato che queste mutazioni causano la SLA, ma abbiamo mostrato che, almeno per quanto riguarda SS18L1, la mutazione presente in alcuni pazienti danneggia la proteina e compromette la capacità dei neuroni motori di formare dendriti nel modello murino”.

 

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