Sla, la denuncia di Stefano: “L’ascensore è stretto, sono bloccato in casa”

Genova – Stefano Rustighi ha 40 anni ed è malato di SLA, sclerosi laterale amiotrofica, da tre anni. Vive a Genova da sempre e mai come ora, che per muoversi deve usare una sedia a rotelle, la città gli è ostile.
E’ praticamente prigioniero del suo appartamento: “Non posso uscire di casa perché l'ascensore è largo 50 centimetri, fatica e entrarci pure un sano.”

Queste le parole di Stefano, che ha raccontato la sua storia al Corriere Mercantile, quotidiano della sua città. “Io da tre anni zoppico e ora giro con la sedia a rotelle e nessuno dei miei vicini ha speso una parola per me, per cambiare la situazione. Per muovermi ho bisogno di qualcuno che mi porti giù dalle scale. E anche una volta arrivato fuori dal portone i marciapiedi alti mi impediscono di salire e scendere, le strade sporche imbrattano le ruote della sedia a rotelle e le mie mani quando le spingo. La clinica neurologica ha un accesso impossibile perché ci sono gli scalini”.

Non è per nulla facile spostarsi dunque, nemmeno in auto. Per ottenere dal Comune il tagliando per poter posteggiare sotto casa Stefano deve andare di persona all’ufficio competente.

“Io devo essere trasportato, e non posso chiamare l'ambulanza per farmi trasportare. Con i servizi Amt devo farmi trovare sotto il portone, quindi devo organizzarmi per uscire, con qualcuno che venga a prendermi. Ho diritto a un posto e a potermi muovere. Qui non si può. – denuncia Rustighi - Sono alto 1,90 e peso 82 chili, portarmi è un problema, ho bisogno di un mezzo di trasporto.”

La situazione è drammatica anche dal punto di vista economico: Stefano percepisce infatti l’assegno mensile di invalidità, circa settecento euro, ma ha anche una figlia a carico. Il denaro non basta per vivere e pagare una persona che lo aiuti a casa.

Il padre e gli ex colleghi lo sostengono: “Ci siamo stretti attorno a lui, ma non possiamo sostituirci agli enti locali – racconta Renato, dell’Ilva di Cornigliano, dove lavorava anche Rustighi - La solidarietà fra lavoratori dell'Ilva è proverbiale ma non è sufficiente.”